MONDIALI BRASILE 2014 – Cos’è l’Uruguay? Semplicemente una squadra normalissima che, approfittando di due enormi topiche del signor Marco Antonio Rodriguez Moreno, spedisce a casa un’Italia brutta la quale dal canto suo avrebbe meritato il passaggio agli ottavi di finale in un gruppo di ferro. Entrambe le compagini hanno dimostrato di essere modeste se paragonate ad altre eccellenti protagoniste del Mondiale ma così come l’Uruguay non deve assolutamente essere riempita di elogi, di pari passo l’Italia non può essere ridicolizzata in toto. Delle due, gli Azzurri avrebbero meritato il secondo posto ma alcuni errori tecnici e tattici hanno fatto la differenza in favore dei sudamericani senza poi contare espulsioni date o mancate che hanno pesantemente condizionato la gara. Un’eliminazione cercata più che voluta. La radiografia del girone D premia invece la sorpresa Costa Rica, capolista, e appunto l’Uruguay. La Celeste si è rivelata una Nazionale impallata e goffa nella prima gara del Mondiale brasiliano, cinica ma comunque non spettacolare contro l’Inghilterra e fortunata nel testa a testa decisivo di fronte agli Azzurri. Gli undici di Prandelli non hanno mai tirato in porta ma il pareggio appariva risultato più che equo in un confronto assolutamente noioso senza azioni rilevanti da una parte e dall’altra. Le uniche eccezioni: una punizione di Pirlo respinta in corner da Muslera e un doppio intervento di Buffon su Suarez e Lodeiro nella stessa azione. In mezzo un gioco spezzettato ricco di falli. Tutto questo fino al 58’ quando l’arbitro decide di punire con il rosso un’entrata sì dura ma non cattiva di Marchisio su Rios. Apriti cielo. In dieci contro undici l’Uruguay inizia a crederci e il tiro sul fondo da buonissima posizione di Rodriguez pochi istanti prima della frittata di Moreno è un segno premonitore. All’80’ il bunker dell’Italia crolla: su calcio d’angolo lo specialista del gioco aereo Godin sovrasta tutti e insacca la rete dell’1-0, quella che porterà l’Uruguay in paradiso e gli Azzurri all’inferno. Di seguito ecco i tre principali motivi di questa figuraccia a distanza di quattro anni dalla debacle di Sud Africa 2010.
PRANDELLI NEL CAOS
Il Ct degli Azzurri Prandelli non si è dimostrato abile traghettatore come due anni fa agli Europei. Questa volta l’allenatore ha influito in buona parte sul fallimento dell’Italia in Brasile. Prima di tutto la preparazione al Mondiale non è avvenuta in modo corretto: da tempo gli Azzurri avevano trovato una buona identità con il 4-3-1-2 poi arriva l’improvviso cambio di rotta. Un cervellotico turbinio di moduli senza senso che ha mandato gli italiani al macello alla vigilia di un evento complicato. Ad eccezione dell’esordio contro l’Inghilterra (ove gli inglesi avrebbero per onor di cronaca meritato il pareggio) le partite contro Costa Rica e Uruguay sono state regalate. La decisione di giocare con una sola punta, il 4-1-4-1 atipico con i Ticos quindi il 3-5-2 di fronte alla Celeste. In seconda battuta Prandelli ha peccato nelle convocazioni: Rossi lasciato a casa, dentro Insigne, quasi un desaparecidos nella sua stagione al Napoli, e Cerci (per giunta utilizzato con il contagocce) quindi Cassano, giocatore dal talento enorme ma in grado di giocare a malapena mezz’ora. E la gestione delle sostituzioni non ha convinto per niente.
IL SIGNOR MORENO
L’Italia ha disputato una pessima partita: vero. Ma gli espedienti ci sono e uno è rappresentato da questo simpatico arbitro messicano che al 58’ decide di espellere ingiustamente Marchisio. Al massimo ci stava il giallo eppure lo juventino si ritrova negli spogliatoi. A fargli compagnia, poco dopo, doveva esserci anche Suarez ma il morso dell’uruguagio non è stato rilevato (?). Incredibile ma vero. E alla fine a rimetterci sono gli Azzurri che avrebbero meritato sicuramente di lasciare il Brasile ma non alla fase ai gironi e non al cospetto di un avversario modesto come l’Uruguay.
BUFFON, DE SCIGLIO, BARZAGLI, DE ROSSI, VERRATTI: QUANTI PROBLEMI FISICI
Troppi problemi fisici hanno dato il colpo di grazia ad una squadra dal telaio debole. All’esordio ko Buffon, degnamente sostituito da Sirigu, e De Sciglio. Quindi nella seconda partita non ci sono solo le condizioni di Barzagli – che alla fine scenderà in campo – a tener in ansia Prandelli: ecco anche il crac di De Rossi. L’assenza del romanista ha influito eccome sul modulo scelto dal Ct per il dentro o fuori contro l’Uruguay. Altri azzurri sono arrivati in Brasile acciaccati e decisamente fuori forma. Tutto fa brodo in una Coppa del Mondo.
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