È da ormai quindici anni che si sente parlare della necessità di Milan e Inter di abbandonare San Siro per passare a stadi di proprietà. L’impressione è che si dovrà attendere ancora a lungo
Vi ricordate quando è stato il primo giorno in cui avete sentito la dirigenza del Milan oppure quella dell’Inter cominciare a parlare del bisogno per la propria società di dotarsi di uno stadio di appartenenza? È accaduto all’incirca nel 2011, quando la Juventus ha inaugurato il proprio impianto in occasione della prima giornata di quel campionato, nella sfida interna vinta per 4 a 1 contro il Parma.
Sono passati dodici anni abbondanti da allora e, in questo esorbitante lasso di tempo, non solo né Milan né Inter sono riusciti ad inaugurare uno stadio di proprietà ma addirittura per entrambi i club si è arrivati al massimo alla fase di progetto embrionale, mai è stata posata la prima pietra di un reale costrutto edilizio.
Una situazione incresciosa, dipendente da diversi fattori. È innegabile infatti la responsabilità diretta dei club in questione che, dallo scorso decennio a questa parte, sono stati presieduti da società di non comprovata affidabilità che infatti hanno poi dovuto passare la mano. Oggi fortunatamente la situazione è cambiata ed ora entrambi i club hanno alle loro spalle figure ritenute interlocutori credibili.
D’altra parte va però annotato come non può essere considerato il Comune di Milano esente da colpe in questa situazione di estenuante tira e molla che pare non avere mai conclusione. Una sorta di perverso gioco dell’oca dove, ad un certo punto, ci si ritrova più o meno consapevolmente, a volte senza nemmeno accorgersene, al punto di partenza.
Questo è a grandi linee un pensiero condiviso anche da Fabio Ravezzani, direttore di ‘Telelombardia’. Forse vi ricordate di lui per alcuni programmi quali ‘Qui studio a voi stadio (QSVS)’ e ‘Lunedì di rigore’.
Sulla situazione legata a San Siro, il giornalista si è espresso pubblicamente sul social X. “L’atteggiamento del consiglio comunale milanese nella vicenda stadio è sconfortante per chi crede che la politica sia capacità di progettare il futuro”, dice Ravezzani.
Non solo, poiché l’immarcescibile Ravezzani in chiusura rincara la dose: “È umiliante per chi ha votato una maggioranza convinto che volesse il bene della città, non solo difendere antiche consorterie”.
Parole taglienti ma che hanno il loro fondo di verità.
Simili circostanze così a lungo protratte altro non fanno che danneggiare due squadre storiche del nostro tanto amato calcio italiano, quali Milan e Inter, seguite sempre da miriadi di tifosi che ne celebrano le gesta vincenti consolidate nel corso degli anni con indelebili vittorie che nessuno dimenticherà mai.
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