Il risultato maturato al termine del novantesimo non può venire omologato: una sostituzione sbagliata costerà la sconfitta a tavolino. Carta canta
Un calciatore subentra a gara in corso ad un altro: quante volte nella nostra vita abbiamo assistito a questa scena, che ci trovassimo stravaccati sul divano di casa nostra o nel seggiolino di uno stadio. Eppure, anche un gesto così semplice e consueto, può condurre a conseguenze inimmaginabili se fatto senza prestare la giusta attenzione.
Sbagliare una sostituzione: incredibile ma vero, succede anche questo. E adesso i tre punti potrebbero essere dirottati dal giudice sportivo dalla classifica di una squadra a quella di un’altra. Le norme attualmente in vigore parlano chiaro ed è pericolosissimo infrangerle.
Il tutto si è verificato nella ripresa, il cosiddetto secondo parziale, della sfida valida per la nona giornata del girone I della Serie D che vedeva impegnata una società storica come la Reggina contrapposta al Città di Sant’Agata.
La partita in questione ha visto gli ospiti, giunti dalla lontana Sicilia, vincere con il punteggio di 2 a 1 attraverso la realizzazione in pieno recupero firmata niente meno che da Lo Grande. Guarda caso, proprio uno dei calciatori mandati in campo a partita in corso.
Sono le sostituzioni a tenere banco: a fronte del ricorso preannunciato dalla Reggina, adesso spetta al giudice sportivo confermare o ribaltare il risultato. Il motivo è da ricercare nella mancata presenza in campo del numero minimo di under richiesto dal regolamento, anche se soltanto per pochi minuti.
Il regolamento vigente ormai da svariati anni in serie D esige la contemporanea presenza di quattro calciatori appartenenti alla cosiddetta categoria “under” in ogni istante della gara, senza eccezione alcuna. Ed è ciò a cui tutto ruota attorno.
Al minuto 61 mister Facciolo, tecnico del Sant’Agata, ha fatto entrare sul terreno di gioco il classe 2004 Lo Grande, poi autore del gol risolutivo, e Di Giacomantonio, che tuttavia under non è, al posto di Carrozzo (classe 2004). In quel preciso frangente in campo vi erano gli under Iovino (nato nel 2005), Nunzi (nato nel 2004) e il famigerato Lo Grande (nato nel 2004).
Siccome la matematica non è opinabile, è evidente che fossero solo tre e non quattro. Tre minuti più tardi gli ospiti hanno pensato di camuffare la situazione, ripristinando il numero di under effettivamente in campo affinché soddisfacesse appieno quanto stabilito dalle inviolabili regole, con l’inserimento dell’under D’Amore.
Troppo tardi: la nuova Reggina, rinata a seguito dell’esclusione dai campionati professionistici e ora conosciuta con il pittoresco nome di Fenice Amaranto, ha presentato il suddetto ricorso e potrebbe a breve trovarsi dunque con tre punti addizionali in classifica mentre il Sant’Agata, suo malgrado, vedrebbe svanire dinnanzi i propri occhi il successo conquistato sul campo.
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