Continuano a susseguirsi le polemiche sullo scandalo che ha sconvolto il mondo del pallone italiano. ‘Sentenza’ pesantissima in diretta tv
Nelle ultime settimane il calcio nostrano si è visto travolgere dalla valanga legata alle scommesse effettuate dai giocatori. Il primo nome a venire fuori, ed anche il primo ad essere iscritto sul registro degli indagati della procura di Torino, è stato quello di Nicolò Fagioli, autodenunciatosi per aver puntato sul calcio tramite piattaforme illegali.
Allo juventino, sono seguiti Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, prelevati dalla polizia mentre erano Coverciano per essere sottoposti ad un interrogatorio.
Il centrocampista del Newcastle ha ammesso di soffrire di ludopatia ed ha accettato di iniziare un percorso di cura. L’ex Roma, invece, ha negato qualsiasi suo coinvolgimento in tale vicenda, sottolineando di aver “giocato solo a poker su siti che non sapeva fossero illegali”. Solo il tempo potrà dirci qual è la verità. Ma, purtroppo, la lista di accusati sembrerebbe essere destinata ad allungarsi.
Il caso si sta prendendo la scena sui social e nei principali programmi televisivi, dove c’è stata una condanna unanime per il comportamento avuto dai giocatori. Tra coloro che hanno voluto esprimere la propria idea in merito c’è Paolo Di Canio, ex giocatore di Lazio e Juventus, tra le altre, ed attuale opinionista per Sky Sport. “Sono dei coglioni“, ha affermato il 55enne romano in diretta televisiva riferendosi ai protagonisti dello scandalo. Poi ha rincarato la dose affermando che se sei un calciatore e scommetti sul calcio “devi essere proprio stupido”.
L’ex attaccante, inoltre, ritiene che, sebbene i protagonisti di questa triste vicenda non abbiano tentato di truccare le partite, i dirigenti dei club stiano adottando un atteggiamento troppo morbido nei loro confronti.
Nel sottolineare tale aspetto, ha raccontato un aneddoto risalente alla sua esperienza in bianconero: “Ricordo che un martedì venne Morini e mi disse: ‘Oggi devi andare in sede perché ti vuole parlare il presidente Boniperti’. Io subito scattai sul ‘chi va la’, provai paura: ‘Ma cosa avrò fatto!? Se ho fatto qualcosa, mi mettono fuori rosa e non posso giocare’. Avevo il terrore. Adesso è vero che viviamo altri tempi, ma vediamo dirigenti che dicono: ‘Eh poverini…’. Non voglio attaccare i dirigenti, ma non bisogna giustificare“.
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