Nonostante il successo a ‘San Siro’ contro il Milan, Massimiliano Allegri è sempre nella bufera
Non c’è pace per Massimiliano Allegri, neanche dopo il blitz a ‘San Siro’ contro il Milan che rilancia le ambizioni da scudetto della Juventus.
Che vinca o perda, l’ex tecnico rossonero è sempre nella bufera mediatica vuoi per la sua filosofia di gioco fin troppo pragmatica che si condensa nell’ormai celebre ‘corto muso’ (espressione mutuata dal mondo dell’ippica, di cui il tecnico bianconero è un appassionato, e che indica una vittoria di un’incollatura) e che gli aliena le simpatie degli esteti del calcio vuoi per certi suoi atteggiamenti in panchina che fanno storcere il naso ai tifosi e agli osservatori neutrali.
Nello specifico, a essere stigmatizzato è il ‘siparietto‘ inscenato da Allegri nei minuti finali del match di ‘San Siro’: il tecnico bianconero, furioso con i suoi che non riuscivano a mettere in ghiaccio la partita, è entrato in campo urlando contro i propri giocatori, poi si è tolto giacca e cravatta, infine ha preso a calci un cartellone pubblicitario.
Sul suo profilo X, Graziano Carugo Campi c’è andato giù pesantissimo contro il tecnico livornese commentando il suo suddetto ‘show’:
“La crisi isterica di Allegri non è affatto normale. Non credo aiuti la squadra che allena. Juve fortunata ad affrontare un Milan in 10 che al 60′ inizia il turnover in ottica Champions ed esce sconfitto solo grazie a un autogol sfortunato. Solo il risultato è da salvare”.
Impietoso e non fa sconti ad Allegri, dunque, Carugo Campi che nel suindicato tweet sottolinea la buona sorte dei bianconeri che esce da ‘San Siro’ con i tre punti in tasca grazie a un autogol su una conclusione dalla distanza di Manuel Locatelli che si è ripetuto a 7 anni di distanza ma a maglie invertite.
Una Juventus che, quindi, vince ma non convince, con il suo tecnico che si attira gli strali di commentatori e addetti ai lavori per certi suoi atteggiamenti sopra le righe. Un allenatore tarantolato in panchina non fa notizia. Anzi, un tecnico troppo flemmatico viene visto come incapace di motivare i suoi giocatori nelle fasi calde di un match.
Ma un conto è dimenarsi, sbracciarsi, berciare per incitare e attirare l’attenzione dei propri calciatori, un altro conto è abbandonarsi, come Allegri, a un vero e proprio raptus isterico con tanto di improvvisato ‘striptease’.
Insomma, dopo la crisi isterica di Allegri si avverte ancora di più la nostalgia di un allenatore come il compianto Valerij Lobanovs’kyj (il demiurgo della Dinamo Kiev che nel 1986 conquistò la Coppa delle Coppe e della Nazionale dell’ex Urss che agli Europei del 1988 si arrese solo in finale all’Olanda di Van Basten e Gullit) che in panchina era una sfinge concedendosi al massimo un leggero dondolio.
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