Torna a far parlare di sé una delle attrici più di primo piano del panorama cinematografico italiano. Una donna senza timore di esprimere la sua posizione, anche quando ritenuta scomoda
È sempre lei, Asia Argento, artista a tutto tondo capace di riuscire nella difficile impresa di emanciparsi dalla figura paterna, di distaccarsi dall’etichetta di figlia d’arte del maestro dell’orrore. Ma anche di distinguersi per meriti propri e di guadagnarsi sul campo i tanti e meritati successi accumulati dalla fine degli anni Novanta ad oggi.
Pensare che il suo esordio sui teleschermi risalga ad ormai quarant’anni fa… Fra il 1984 e il 1989 Asia Argento, allora bambina, ha presenziato come partecipe in più di cinque film. Comincia con un episodio del serial televisivo Sogni e Bisogni, diretto niente meno che da Sergio Citti.
Prosegue frequentando i set cinematografici più attigui ai temi trattati da suo padre, recitando in pellicole scritte e foraggiate economicamente dal genitore: Demoni 2… L’incubo ritorna, per la regia di un altro maestro quale Lamberto Bava, e La chiesa, diretto nel 1989 da Michele Soavi.
Non manca una nuova capatina in televisione, un episodio della serie Turno di notte. Poi si avvalgono della sua collaborazione registi di un certo calibro come Cristina Comencini, Nanni Moretti, Michele Placido e Carlo Gregorio Verdone quando ormai ha raggiunto le soglie del ventesimo anno di età.
In concomitanza della maturità scolastica, raggiunge anche quella artistica dando il via alla propria carriera di regista. Il primo cortometraggio da ella dietro risale proprio al 1994, dal titolo Prospettive. Sei anni più tardi passa invece a realizzazioni più corpose: il suo primo lungometraggio è Scarlet Diva e raccoglie un successo esorbitante.
La padronanza della comunicazione artistica in ogni sua espressione
Dal 2003 la sua consulenza viene richiesta dai maggiori artisti a livello internazionale: dirige il discusso ma conosciutissimo videoclip della canzone s(AINT) di Marilyn Manson, facente parte dell’album The Golden Age of Grotesque. L’anno dopo è la volta di Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, altro film che porta in calce la sua firma girato interamente negli Stati Uniti. In questo lavoro compaiono Peter Fonda, Winona Ryder e Michael Pitt, tanto per intenderci…
Non solo. Argento in quegli anni ferventi di creatività diviene pure cantante. Nel 2002, per l’appunto, vince la selezione effettuata dal produttore discografico francese Dimitri Tikovoi, e così finisce a dare una sua interpretazione, coadiuvata dal cantante dei Placebo Brian Molko, una cover della canzone Je t’aime… moi non plus di Serge Gainsbourg.
Di lei emerge quindi una personalità trasversale, capace di padroneggiare diverse forme d’espressione con innata naturalezza. Non c’è dunque da stupirsi per l’enorme successo che riscuotono nel mondo attuale le sue pubblicazioni sui social. Siano queste dei brevi video reel, fotografie culinarie o un autoritratto mentre si trova immersa in una vasca da bagno. La temperatura dev’essere incandescente, visto quanto sono appannati i vetri.