Il contratto che lega Allegri alla Juventus, non è blindatissimo e in caso di suo addio a fine stagione un fedelissimo può seguirlo
Due uomini con la valigia. Al momento è una possibilità, tra qualche mese un’opportunità e tutte le strade del calciomercato portano in Arabia Saudita, la nuova Mecca di campioni reali o presunti e allenatori a caccia di rilancio. Come Massimiliano Allegri? Lui in effetti è una parte del puzzle che da qui alla prossima estate potrebbe stravolgere la rosa della Juventus.
La sua situazione contrattuale è estremamente chiara, figlia della precedente gestione societaria. Fu Andrea Agnelli, per convincerlo a tornare a Torino dopo le gestioni Sarri e Pirlo, a mettere sul tavolo un bel quadriennale. Un contratto che scadrà solo nel 2025 e rende il tecnico livornese blindatissimo, nonostante le voci ricorrenti.
Intendiamoci, se in estate qualche sogno bianconero a cominciare da Zinedine Zidane avesse detto chiaramente di voler sposare il progetto rinascita Juve, Allegri non sarebbe rimasto. Il club avrebbe trovato modo di liquidarlo con ricca buonuscita e lui si sarebbe guardato intorno, soppesando bene l’offerta araba.
Quella in effetti c’è stata: 90 milioni di euro in tre anni, contro i 7 fissi che guadagna a Torino con possibilità di arrivare a 9 grazie ad alcuni bonus. Come quello legato allo scudetto, al momento l’unico trofeo importante che Max vuole e può pensare di alzare in attesa di ritrovare la Champions League con la nuova formula.
Questo pesa e significa molto nelle sue scelte. Così l’Al-Hilal e l’Al-Ahli hanno dovuto ripiegare su altro, anche se sanno benissimo di avere la forza economica per poter tornare all’assalto. Lo sa pure lui che non più tardi di 15 giorni fa aveva spiegato così la sua scelta, confermando di fatto la trattativa. “Sembrava sbagliato andare via dalla Juventus in questo momento perché ci sono tanti giovani bravi che possono essere il nostro futuro”.
Parole condivisibili e pensieri che lo accompagneranno per i prossimi mesi, almeno fino a gennaio. Perché allora la classifica della Serie A sarà un po’ più delineata, le big che giocano le coppe europee conosceranno il loro destino di primavera e alla Continassa sapranno su cosa puntare.
Se ne va con Allegri, lo scenario del futuro juventino è chiaro: investire o risparmiare
Il problema però è anche su chi puntare, perché se Allegri dovesse lasciare Torino potrebbe portarsi dietro un fedelissimo. Non è Paul Pogba, che oggi è un capitale (ma solo quello) ancora fortemente bianconero. Ma piuttosto un’altra stella della Francia di Didier Deschamps. Perché le sirene arabe in estate si sono fatte sentire forti anche nella testa di Adrien Rabiot, prima del rinnovo.
Non è un problema di titolarità e di rendimento, ormai non più in discussione. Il centrocampista offensivo transalpino con Max ha trovato continuità di rendimento e pure quei gol fondamentali per l’equilibrio della squadra: undici nella passata stagione, già uno adesso e il tassametro corre.
C’è però un rinnovo firmato solo fino a giungo 2024, sulla stessa base precedente di 7 milioni. Così nei prossimi mesi la missione di Cristiano Giuntoli, chiamato a Torino anche per questo, sarà convincerlo di non poter trovare niente di meglio in giro. La tentazione di riprendersi il PSG dopo essersene andato sbattendo la porta, è forte ma per ora non così allettante. Quella di continuare a Torino altrettanto, a patto di diventare centrale nel progetto.
Poi però c’è l’Arabia Saudita che triplicherebbe il suo ingaggio attuale e il prossimo anno farà ancora incetta di calciatori europei o che giocano nel nostro continente. Via Pogba e Rabiot, per la Juve significherebbe risparmiare anche 15 milioni di euro ringiovanendo la rosa. Anche questo peserà in sede di trattativa.