Il dirigente, che ha salutato Napoli dopo 8 anni, può vantarsi di aver messo a segno tanti capolavori di mercato
‘E se ne va, la capolista se ne va…‘, hanno cantato nei mesi antecedenti alla conquista matematica dello Scudetto i tanti tifosi napoletani che hanno affollato il ‘Maradona’ ogni domenica. Ecco, il coro che ha contraddistinto la magica stagione dei partenopei è diventato purtroppo attuale anche per i tanti simboli della cavalacata azzurra che, per un motivo o per l’altro, hanno lasciato il club.
In ordine di tempo, prima Luciano Spalletti, il condottiero. Poi, praticamente contemporaneamente, Kim Min-Jae e Cristiano Giuntoli. Già, proprio lui, quello che molti considerano il Demiurgo del Napoli scudettato. Colui che ha fatto piazza pulita di quasi tutti i senatori – sono rimasti solamente Mario Rui e Piotr Zielinski – abbassando il monte ingaggi del 70%. Colui che ha voliuto scommettere sullo stesso difensore sudcoreano e su Khvicha Kvaratskhelia, il semi sconosciuto georgiano che poi ha spaccato in due la stagione degli azzurri risultando addirittura a fine anno l’MVP della Serie A.
Quanti e quali colpi ha messo a segno il dirigente fiorentino nei suoi 8 anni all’ombra del Vesuvio. Sposato il progetto Juve, dove andrà a ricoprire il ruolo di direttore dell’area sportiva della Vecchia Signora, Giuntoli proverà a replicare quanto di buono fatto a Napoli. Intanto ripercorriamo il suo incredibile lavoro agli ordini di De Laurentiis.
Giuntoli, la Top Ten dei colpi messi a segno
Prima di approdare, nell’estate del 2015, nella città partenopea, Giuntoli ebbe modo di farsi le ossa al Carpi, dove per 5 anni ricoprì la carica di Ds.
Nella piccola città emiliana il dirigente toscano avviò una politica basata sull’acquisizione di giovani talenti italiani, da rivendere poi a prezzi maggiorati una volta affermatisi ad alti livelli.
Fu così che gente come Letizia, Inglese e Kevin Lasagna, dopo esser passati nella società biancorossa, si affacciarono al calcio che conta. Ma è stato a Napoli, anche grazie alla ovvia maggiore disponibilità del club, che Giuntoli mise a segn dei colpi da favola. Soprattutto in relazione alla resa costo-rendimento.
Fu così che, nel corso degli anni, arrivarono alla corte di De Laurentiis Piotr Zielinski, Giovanni Di Lorenzo, Stanislav Lobotka, Victor Osimhen, Frank Zambo Anguissa, Kim Min-Jae e Khvicha Kvaratskhelia.
Praticamente tutta l’ossatura, e forse qualcosa di più, del Napoli Tricolore fu creata da Giuntoli senza mai strapagare alcuno dei profli elencati, anzi. Il più delle volte questi sono state delle vere e proprie scommesse, accolte pure con un po’ di scetticismo iniziale, che però si rivelarono carte vincenti. Tanto di cappello.