Spunta un clamoroso retroscena sul Berlusconi presidente del Milan: uno dei tanti colpi top sarebbe dovuto essere juventino
L’Italia intera sta ricordando in queste ore, con emozione e commozione, la figura di Silvio Berlusconi, scomparso all’età di 86 anni dopo una malattia che lo affliggeva da tempo.
Il mondo politico, imprenditoriale e sportivo sta sfogliando il libro dei ricordi, elencando le imprese di una vita impareggiabile. Densa di successi. Di consensi ma anche di critiche. In questa sede ci concentreremo sul Berlusconi uomo di sport, ancor prima che tifoso e presidetnte del Milan per 31 anni: un personaggio che ha cambiato il modo di fare calcio in Italia.
Seguaci ed oppositori, milanisti o suppoteres di qualunque altra squadra, non possono negare il suo impatto sul mondo del calcio.
Il suo Milan, quello che spadroneggiava in Italia e in Europa prima con Sacchi, poi con Capello e poi con Carletto Ancelotti, ha portato lustro all’intero movimento.
Numero uno del club rossonero per oltre 30 anni, Berlusconi ebbe il merito di portare in Italia quasi tutti i più grandi campioni presenti sulla scena internazionale.
Dall’epopea dei tre olandesi, passando per Kakà, Shevchenko e chi più ne ha più ne metta, il Milan raccolse sotto la sua ala una sorta di ‘dream team’. il Cavaliere non volle però – attenzione, non abbiamo detto appositamente ‘non riuscì – portare al Milan Diego Armando Maradona.
Come dichiarato in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport ad aprile, l’imprenditore si rese conto che il ‘Pibe de Oro’ rappresentava qualcosa in più di un fuoriclasse da ricoprire d’oro. Maradona era Napoli. Non si poteva strappare alla città il suo simbolo: per estremo rispetto della figura che incarnava l’argentino, il campione del mondo restò all’ombra del Vesuvio.
Berlusconi si fece invece molti meno problemi a strappare un calciatore italiano, e che giocatore, alla Juve. Tutto il retroscena è stato raccontato con dovizia di particolari da Xavier Jacobelli ai microfoni di Sportitalia.
Lo ‘scippo’ di Berlusconi: un colpo da maestro
“Berlusconi soffiò Roberto Donadoni alla Juve. Il Cavaliere venne a sapere che Achille Bortolotti – all’epoca presidente dell’Atalanta, ndr – stava andando a Torino per firmare la cessione di Donadoni. Lui li invita ad Arcore, e quando i Bortolotti escono da casa sua, Donadoni non è più della Juventus. Ma del Milan“.
Non certo il primo, e nemmeno l’ultimo, capolavoro di mercato del Cavaliere, che nelle sue trattative è stato affiancato, durante tutto il suo mandato, dal fido Adriano Galliani. Il quale negli anni, forse grazie anche a ‘scippi’ di questo tipo, si meritò l’appellativo di ‘Condor‘.
La sua abilità di piombare su affari quasi impossibili e concluderli a proprio favore divenne rinomata.