Mourinho non è solo un grandissimo allenatore, ma anche un grande uomo: lo rivela un suo collega di Serie A, raccontando un retroscena straordinario della carriera dello Special One
José Mourinho non è un allenatore che accetta le vie di mezzo: o lo ami, o lo odi. Non c’è alternativa. Questo è almeno il pensiero di chi lo conosce davvero bene, un suo ex calciatore che, con gli anni, è diventato anche suo collega, ma che è rimasto soprattutto un suo grande amico, e un suo discepolo. Perché se il tecnico portoghese si è guadagnato il nome di Special One non è solo per la bacheca ricca di trofei, ma anche e soprattutto per delle qualità che lo rendono unico e che vengono a galla attraverso aneddoti come quello, incredibile, raccontato da un attuale tecnico di Serie A.
In un momento particolarmente delicato della sua carriera, con un presente alla Roma tutto da vivere e un futuro, chissà, magari nuovamente nerazzurro, tutto da scrivere, José incassa gli elogi di chi gli vuole bene. Obiettivo di mille critiche e al centro di mille polemiche per il suo comportamento con gli arbitri e per un gioco che non decolla, lo Special One non avrebbe comunque bisogno di avvocati difensori.
Eppure, chi lo ama non può accettare che il portoghese possa subire un attacco mediatico di qualunque genere. E anche per questo motivo ha accettato di parlare del suo grande mentore con parole davvero sorprendenti, in grado di far capire cosa ci sia dietro quel tecnico spinoso e pungente, quel personaggio talmente particolare da dividere le masse.
Leggi anche -> Conte o Mourinho: la Roma ha già preso la decisione
Mou è davvero Special? La risposta di Stankovic
Chi ha vissuto l’epopea del Triplete interista non potrà mai odiare Mourinho. Anche per questo motivo, a distanza di anni, c’è chi lo considera un vero maestro. Come Dejan Stankovic, attuale allenatore della Sampdoria ma grande protagonista dell’impresa sportiva più importante nella storia dell’Inter.
Parlando del collega che oggi siede sulla panchina della Roma, l’ex centrocampista serbo ha spiegato che la sua stima profonda nei suoi confronti nasce dal fatto che lo ha rilanciato all’Inter. Al suo arrivo Dejan aveva infatti già trent’anni e pensava di aver dato tutto, sia in campo che nel privato. Fu José a convincerlo del contrario: “Riuscì a migliorarmi di quel 20, 30 per cento che non sapevo di possedere“.
Potrebbe interessarti -> Mourinho e la Roma, l’annuncio: “Accordo terrificante”
Anche per questo motivo, da allora i due non si sono più persi di vista e Stankovic lo può considerare, a tutti gli effetti, un amico cui chiedere consigli, pareri, opinioni, consapevole di poter sempre contare sull’aiuto di un uomo e un allenatore “di un’intelligenza e capacità non comuni“. E a chi crede che sia un manipolatore, Dejan risponde con grande fermezza: “Lui allena tutti. Giocatori, dirigenti, staff, media, tifosi. Li allena, non li manipola. È empatico, coinvolgente. Proprio come Sinisa, divide. Zero compromessi“. Proprio per questo motivo c’è chi non lo amerà mai, e chi addirittura non ha ancora capito la sua grandezza, o non vuole accettarla. Peggio per lui, secondo Stankovic.