Infuriano le polemiche per l’Inno di Mameli intonato al ‘Maradona’ in occasione del match dell’Italia contro gli inglesi: ecco la risposta del Ministero
C’è poco da fare. La Nazionale di calcio, che vinca o perda, è sempre al centro delle polemiche. Se dopo il ko, al ‘Maradona’, contro gli inglesi ha fatto storcere il naso non tanto per la sconfitta in sé (per la legge dei grandi numeri prima o poi doveva capitare di perdere contro la Nazionale dei Tre Leoni che non si imponeva in Italia dal 1961) quanto per il primo tempo regalato agli inglesi e per una selezione apparsa senza grandi talenti, neanche la vittoria contro Malta, per quanto non accompagnata da un gioco spumeggiante, ha riportato il sereno.
Questa volta, però, a sollevare il polverone mediatico non è stata la performance degli Azzurri bensì l’esecuzione, affidata alle ugole di Gigi D’Alessio e Clementino, dell’Inno d’Italia prima del fischio d’inizio di Italia-Inghilterra. Un’interpretazione, a metà strada tra la tipica melodia della tradizione canora italiana e il ritmo del rap, che non è stata gradita da alcuni tifosi italiani che hanno manifestato tutto il loro disappunto esibendo uno striscione polemico, (“23/03. Basta buffonate, l’inno va rispettato“), sullo spicchio del “National Stadium Ta’Qali” de La Valletta, teatro della sfida contro i maltesi, dove erano assiepati.
Napoli, la risposta di Vittorio Sgarbi: “Daremo loro un premio”
Insomma, l’Inno di Mameli, invece di unire, anzi, di affratellare gli sportivi italiani, come da suo titolo e sua prima popolare strofa, “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta“) li divide. Nondimeno, se un tempo a scatenare un vespaio di polemiche erano i calciatori che non lo cantavano a squarciagola e con mano sul petto come i loro colleghi delle altre Nazionali, ora, invece, sono gli interpreti, tra i più grandi nomi del panorama italiano delle sette note, chiamati a eseguirlo a irritare gli sportivi italiani.
Comunque, se a una parte degli italiani non è piaciuta l’interpretazione dell’Inno di Mameli di Gigi D’Alessio e Clementino, il sottosegretario al Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, è, a dir poco, entusiasta della loro performance per averlo svecchiato dandogli così nuova vita tanto da aver preannunciato, nel corso di un’intervista concessa a Lapresse, l’intenzione di invitare al Ministero i due artisti partenopei per premiarli:
“L’ho sentito e l’ho trovato bellissimo. D’Alessio e Clementino lo hanno reso vivo e vitale. Sono cantanti spiritosi, non era neanche un rap. Complimenti, li inviteremo al Ministero per dargli un premio, sia a Clementino che a D’Alessio, e per cantare ufficialmente l’inno di Mameli anche al Ministero della Cultura. L’inno di Mameli cantato a Napoli da due cantanti napoletani deve essere così, non è che lo possono cantare come a Torino o a Vercelli”.