A poche settimane dal burrascoso addio alla Roma, il talento Azzurro ha spiegato i motivi dell’addio in una lunga intervista
‘C’eravamo tanto amati’. Appunto,’c’eravamo’. Ed ora che è finita, volano gli stracci. Per lo meno lanciati da una parte in una precisa direzione. La burrascosa vicenda che ha portato alla cessione di Nicolò Zaniolo, anticipata dalle dure parole di José Mourinho ma anche dalla decisione del calciatore di non rendersi disponibile per la trasferta di La Spezia per il match dello scorso 22 gennaio, torna ora d’attualità. Il tutto per ‘colpa’ di una lunga intervista rilasciata dall’ex Inter ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport‘.
“Potrei parlare ore di promesse non mantenute. Mi dicevano che ero una punta di diamante, invece sono stato considerato solo una pluvalenza. Per due anni mi è stato detto che il nuovo contratto era pronto. A gennaio dell’anno scorso avrei firmato a poco più di quello che guadagnavo, perché a Roma stavo bene e sapevo che c’erano problemi con il FFP. Dopo tante chiacchiere mi sono stufato. Se io devo riflettere sul mio addio, penso che debbano farlo anche altri“, ha esordito il calciatore. Parole dure, confermate anche nei passi successivi, in cui Zaniolo parla dello Special One e del suo rapporto coi compagni alla Roma.
“Sono rimasto deluso da quasi tutti i miei compagni. Non faccio nomi, ma dicevano che eravamo come fratelli e poi non mi hanno neppure salutato. Forse qualcuno può avere delle difficoltà con me, io non ne ho. Chi ha la coscienza sporca lo sa“. Non mancano delle considerazioni sul suo ex tencico, Mourinho: “È un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Mi ha fatto giocare quasi sempre. Certo, lui è abituato a gestire i fuoriclasse e io non lo ero“.
Il nativo di Massa conclude la sua chiacchierata riaprendo lo spinoso argomento della maglia azzurra e parlando anche del suo futuro nel suo attuale club, il Galatasaray: “Non sono in Nazionale perché sono stato fermo tre mesi e ho bisogno di lavorare. Ho parlato con Salsano, il vice di Mancini, che mi ha detto di stare tranquillo. Che sono seguito e quando starò bene le cose verranno automaticamente. Alle finali di Nations League vorrei esserci. Alla Nazionale tengo tanto, non c’è niente di più bello che rappresentare l’Italia. Il futuro? non lo conosce nessuno. Non posso garantire che resterò in Turchia cinque anni, ma finché sarò qui darò sempre il massimo”, ha concluso.
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