Pafundi è una delle rivelazioni del calcio italiano. Tante big vorrebbero averlo alla loro corte, ma per il momento è intoccabile per tutti
Tra i convocati di Mancini figura anche il nome del giocatore sopracitato. Si tratta a tutti gli effetti di un talento che probabilmente mezza Europa potrebbe voler vedere con i propri occhi. Ma così non è per il momento. Anzi, per il prossimo periodo è certo che non sarà così.
I friulani sono stati molto chiari: il giocatore difficilmente partirà da Udine. Ma come mai c’è così tanto “protezionismo” per questo giovane talento? Per capirlo bisogna risalire ai suoi primi anni di carriera, dove era poco più che un adolescente.
Simone Pafundi è un attaccante classe 2006 attualmente di proprietà dell’Udinese. Il suo scarso impiego sul campo non è congruo con le qualità mostrare dal giocatore, il quale già dall’età di 14 anni aveva fatto vedere qualità importanti.
A livello tecnico non lo si discute. Il giocatore è rapido, dotato di un’ottima tecnica ma soprattutto di una capacità di calcio a dir poco notevole. Cosa che non ha lasciato Roberto Mancini indifferente. Lo ha subito voluto inserire nella mischia con dei test adatti a lui.
Per quanto riguarda il giocatore in sé di lui ne parla bene chiunque. Avendolo visto giocare prima del professionismo ha permesso agli esperti di avere un’idea molto meglio strutturata nei suoi confronti. Un giovane dell’annata del 2006 sorprende a prescindere. Specie se lo si vede esordire addirittura in Nazionale.
All’estero questo è un “copione” che in tanti hanno già recitato. Ma il caso italiano, preso singolarmente, è certamente in grado di fare scalpore. Si spera che questo grande traguardo, raggiunto tra l’altro per due volte consecutive, non gli dia alla testa.
Pafundi in Nazionale: l’Udinese lo blinda
Per quanto possibile l’Udinese vorrebbe provare a trattenere Pafundi il più possibile. Le richieste da parte delle big ci sono, ma la dirigenza bianconera vorrebbe che il giocatore rimanesse per il maggior quantitativo di tempo possibile con loro.
Del resto un’età così giovane potrebbe permettere di lavorarci meglio. Ed eventualmente, se necessario, riuscire a monetizzare in maniera più proficua. Nonostante il talento cristallino c’è ancora tanto da fare. Soprattutto per il minutaggio, fino ad oggi poco rispetto alle possibilità avute.
Ma non per questo Mancini ha smesso di credere in lui. Anzi. Di recente è arrivata proprio la seconda convocazione consecutiva con gli Azzurri. Davvero una grande soddisfazione.