Il clamoroso diverbio in campo tra Romelu Lukaku e Nicolò Barella fa ancora discutere anche gli addetti ai lavori
Quando, al 39′ del primo tempo della sfida tra Sampdoria ed Inter, Romelu Lukaku ha iniziato ad inveire contro Nicolò Barella – reo, secondo il belga, di aver sbracciato ancora una volta dando segni d’insofferenza – in parecchi hanno parlato di spogliatoio spaccato in casa nerazzurra.
La mancata vittoria sul campo poi, non ha fatto che acuire le tensioni anche all’interno del tifo nerazzurro, con l’esistenza di fazioni distinite tra chi ‘appoggiava’ la reprimenda del belga e chi invece ne criticava l’asprezza dei toni. Sull’argomento, e più in generale anche su altri temi legati al campionato, è intervenuto ai microfoni di TVPlay, il canale Twitch di Calciomercato.it, il giornalista di Sky Sport Fabio Caressa. Che ha tirato in ballo anche Simone Inzaghi nella tanto chiacchierata lite tra i suoi giocatori.
“È dall’inizio del campionato che parlo di cavatappi quando vedo giocare l’Inter, con tanta gente che alza le braccia. Barella ha quel modo di fare ed esprimersi, se vi ricordate fino all’anno scorso prendeva tantissimi gialli. Quella forza che prima metteva contro gli arbitri però ora forse la scarica sui compagni. Poi c’è stato un problema lessicale, perchè quello che ha detto Lukaku ha molto più peso qui in Italia, in Inghilterra è un insulto molto meno pesante. Detto in quel modo lì fa un altro effetto, fa un effetto diverso rispetto alla reale portata di quello che voleva dire Lukaku a un Barella che effettivamente ha esagerato“, ha esordito il giornalista.
“Secondo me poi in spogliatoio le cose non sono state tranquille. Non saprei dire se sia stata mancanza di polso, le leadership non è che siano sempre uguali, non viene esercitata su canoni fissi. Faccio un esempio, Conte utilizza la leadership partendo dalla testa, ti prepara, ti guida fino al cuore, tu alla fine ami giocare con Conte. E dai tutto perché hai la garanzia di avere tutti gli elementi a disposizione per rendere al meglio. Ancelotti invece lavora all’opposto, ti fa lavorare in tranquillità e ti fa così ottenere il meglio da te stesso, non è un caso che le sue squadre vincano all’ultimo“, ha proseguito.
“Può essere che Simone Inzaghi non usi una leadership da sergente di ferro. Poi può capitare di trovare un ambiente meno ricettivo rispetto al tuo modo di comunicare e quindi devi cambiarlo. Difficile dare etichette, penso però che io ne avrei parlato pubblicamente, dicendo che queste cose all’Inter non si fanno. Punto. Sicuramente la società s’è fatta sentire in questo senso, ma per tranquillizzare l’ambiente la comunicazione esterna doveva essere diversa. Non puoi sminuire una cosa che hanno visto tutti”, ha concluso.
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