La pur onorevole sconfitta contro il PSG ha scatenato un altro ciclone di critiche verso i bianconeri: ecco la nuova stilettata
Cinque sconfitte in sei gare di Champions. Peggior risultato nella storia del club in questa competizione. Eguagliato il cammino della Roma nel 2004/05, capace di racimolare solo tre punti nella fase a gironi. I numeri condannano inequivocabilmente la Juve: la campagna europea 2022/23 è stata un autentico fallimento.
La partita di ieri – utile solo per non farsi scavalcare al terzo posto dal Maccabi Haifa, poi travolto a domicilio dal Benfica – si è comunque prestata a diverse interpretazioni. C’è chi ha sottolineato come, considerando le tantissime assenze, la squadra bianconera si sia battuta in modo onorevole. E chi si è limitato a far notare come sia arrivara l’ennesima sconfitta, sottolineando le responsabilità del tecnico, messo in croce dalla critica da inizio stagione. A quest’ultimo partito si è iscritto il giornalista Tony Damascelli, uno dei ‘contestatori’ della prima ora dell’allenatore toscano. Che si è lanciato anche in un parallelo di stampo politico.
Damascelli distrugge la Juve: “Lo vedrete contro l’Inter”
“La partita di ieri della Juventus mi fa pensare al Movimento 5 Stelle, che passa dal 30 al 15 per cento e sostiene di aver vinto. È una gara che ha chiarito le idee tattiche dell’allenatore. Non c’è disciplina, non c’è ordine, quando è entrato in Chiesa la Juventus aveva tre uomini sulla fascia sinistra e solo Cuadrado sulla destra“, ha incalzato il giornalista ai microfoni di Radio Radio.
“Ci si appiglia agli episodi, alle giocate dei singoli, al temperamento e basta. Per chi capisce di calcio, è stata una partita in realtà malinconica. Per chi vuole sventolare il vessillo della rinascita, si vedrà con l’Inter quanto c’è di vero“, ha concluso.
Una cosa è certa: se la Juve vuole mantenere viva la fiammella della lotta al titolo, o semplicemente non perdere terreno per l’obiettivo minimo del quarto posto, contro i rivali di sempre, domenica sera, dovrà far risultato. Gli alibi, alla Continassa, sono finiti per tutti. in primis per il tanto discusso Massimiliano Allegri.