Rimpianto de Ligt: “Scelsi la Juventus per lui, ma andò via”

L’ex bianconero Matthijs de Ligt torna a parlare della sua esperienza alla Juve raccontando un retroscena finora sconosciuto ai più

Dopo tre anni contraddittori, in cui praticamente mai si è avuta la sensazione che il giocatore comandasse il reparto difensivo, Matthijs de Ligt ha lasciato la Juve per trasferirsi in Baviera, al Bayern Monaco. L’ombra di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, due autentici totem della retroguardia bianconera, lo hanno in qualche modo oscurato. Qualche infortunio e le scelte dei tre tecnici avuti a Torino dal difensore olandese, hanno fatto il resto.

Matthijs de Ligt in azione
Matthijs de Ligt © LaPresse

Al centro di una polemica instauratasi proprio con l’ex giocatore del Milan subito dopo il suo passaggio in Germania, l’ex Ajax ha speso parole d’elogio per Bonucci nel corso di un’interviata rilasciata a ESPN. Altri argomenti affrontati nella chiacchierata col giornalista però, hanno svelato un gustoso retroscena sui motivi che spinsero de Ligt ad accettare l’offerta bianconera. Una scelta poi rivelatasi poco fruttuosa, dato il prematuro addio della figura in questione.

De Ligt, il retroscena sul perchè scelse la Juve

Matthijs De Ligt in azione
Matthijs De Ligt © LaPresse

Decisi di andare alla Juve con l’idea di giocare un calcio più offensivo, all’epoca l’allenatore era Maurizio Sarri. Pensavo che con lui, dopo quanto visto al Napoli e al Chelsea, avremmo avuto uno stile di gioco simile a quello dell’Ajax. Purtroppo però dopo appena un anno Sarri è andato via“, ha raccontato il giocatore oranje.

Al Bayern gioco sul centro-destra, e mi sento più a mio agio. Alla Juve all’inizio giocavo a sinistra ed è stato difficile, poi a metà stagione mi sono invertito con Bonucci. Eravamo una buona coppia, abbiamo vinto lo Scudetto. Nel secondo e nel terzo anno sono tornato spesso a sinistra. Non è che non ci volessi giocare, sia chiaro, ma sapevo di essere più sicuro a destra”.

Infine, una chiosa su sulle differenze tra Juve e Ajax: “All’Ajax pressavo forte e prendevo rischi, mentre alla Juve c’era un modo di difendere diverso. Giocavo più indietro, perché in generale il calcio italiano va a un ritmo più lento”, ha concluso.

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