Kluivert nel mirino del Toro, ma c’è anche la Ligue 1: serve un’accelerazione
Il mercato in entrata del Torino dovrebbe sbloccarsi da un momento all’altro. Una pista da seguire è quella che porta al romanista Justin Kluivert, rientrato a Trigoria dal prestito al Nizza. Il figlio del grande Patrick, ex Barcellona e Milan, viene da una discreta stagione in Francia, con 27 presenze e 4 reti, e a 23 anni sta entrando in quello che dovrà essere il vivo della sua definitiva maturazione.
La Roma lo prese dall’Ajax nell’estate del 2018 per 18.5 milioni comprensivi di bonus. Ha vissuto in maglia giallorossa due stagioni con 53 presenze e solo 5 gol, mostrando una grande discontinuità, probabilmente il lato da dover migliorare perché sul suo talento non si discute certamente. Poi la Bundesliga con il Lipsia e la Ligue 1 con il Nizza, dove le cose sono andate un pochino meglio, ma non ancora come era nelle attese quando lo prese Monchi sotto la gestione tecnica di Eusebio Di Francesco.
Torino, si cerca il colpo Kluivert: c’è da battere la concorrenza della Ligue-1
Il Torino ha sempre seguito, dalla scorsa estate, le evoluzioni delle vicende di mercato riferite a Justin Kluivert e lo sta facendo con attenzione ancora maggiore in questa sessione. C’è da dire che la Roma ha dialogato (e lo sta ancora facendo) più con la Ligue 1, l’ultimo campionato in cui hanno visto l’olandese all’opera e lo hanno anche apprezzato. In queste ore si parla insistentemente di OM, sebbene in quel ruolo stia procedendo spedita la trattativa di scambio con il Verona per portare da Tudor il suo pupillo e riportare in Serie A il centrocampista olandese ex Roma.
Ecco perché il Torino assiste interessato alla vicenda e spera di potersi inserire. Sapendo che la Roma non gradisce soluzioni in prestito ma vorrebbe assicurarsi almeno impegni al riscatto tra una stagione. Per Kluivert sarebbe la grande occasione per dimostrare a se stesso e ai suoi estimatori di cominciare definitivamente a crescere e a stabilizzare il rendimento, troppo spesso soggetto ad alti e bassi. Una sorta di esame di maturità con la possibilità di rimisurarsi nel campionato scelto quattro anni fa per tagliare il cordone ombelicale con l’Olanda e l’Ajax ed entrare in una dimensione di primo livello.
Giorgio Alesse