Il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, ha parlato ai canali ufficiali del club, rilasciando delle dichiarazioni su diversi temi
Javier Zanetti è il passato, il presente e il futuro dell’Inter. Una bellissima storia colorata quasi interamente di nerazzurro. In una lunga intervista ai canali ufficiali del club, il vicepresidente della ‘Beneamata’ ha ripercorso alcuni momenti della sua brillante carriera, senza trascurare temi più attuali.
Tra gli argomenti rientra anche il direttore tecnico del Milan Paolo Maldini: “Io l’ho sempre ammirato – ha dichiarato Zanetti a ‘Inter TV’ -. Il nostro rapporto è ottimo, sia dentro che fuori dal campo. Lui ha sempre difeso la maglia come facevo io. Nonostante le tante battaglie vissute, la nostra resta una sincera amicizia”. L’ex terzino, inoltre, svela qual è dal suo punto di vista il giocatore più grande mai affrontato: “Per quanto riguarda l’aspetto umano, il più grande è stato Roberto Baggio. Quando si trasferì all’Inter stringemmo immeditamente. Averlo contro non era affatto semplice. Penso anche a Messi, Zidane e Giggs“.
Sul ruolo di vicepresidente, il classe ’73 si è così espresso: “Parlo sempre con i calciatori dopo una sconfitta, per ricordargli che siamo resilienti. E lo dice uno che per anni ha visto trionfare gli altri. A Moratti, però, dicevo sempre che sarebbe arrivato il nostro momento e il tempo mi diede ragione“.
Inter, Zanetti: “Supercoppa contro la Juventus? Sempre serate così”
Non manca una piccola frecciata alla Juventus: “Le vittoria in Supercoppa? È stata sofferta. Chiunque ha lavorato per far sì che la squadra rendesse al meglio. Il mio augurio è che sia sempre così: spero ci sia unione d’intenti affinché l’Inter possa vivere sempre serate del genere. Ora la mia vita è cambiata, ma continua a piacermi perché resto legato all’Inter. Non ho interessi personali, nelle cose che faccio c’è passione“.
Infine, Zanetti parla dei suoi ex compagni argentini: “Cambiasso, Milito e Samuel sono come fratelli per me, non ci siamo mai sentiti stranieri. L’Inter era la nostra casa e la nostra famiglia. Abbiamo vinto tutto, perché prima di essere grandi calciatori eravamo grandi uomini. Ci aiutavamo a vicenda e abbiamo avuto la fortuna di essere guidati da allenatori straordinari, che ci hanno fatto andare oltre i nostri limiti“.