L’allenatore della Roma, José Mourinho, presenta in conferenza stampa la finalissima di Conference League a Tirana contro il Feyenoord
Tra poco più di 24 ore l’appuntamento più importante della stagione. José Mourinho, a un anno di distanza dall’annuncio del suo arrivo sulla panchina giallorossa, può già segnare profondamente la storia del club capitolino.
Domani sera, all’Arena Kombetare di Tirana, andrà in scena la finalissima di Conference League tra Roma e Feyenoord, con la ‘Magica’ che è vicinissima a conquistare nuovamente un trofeo quattordini anni dopo l’ultima volta. Il mister portoghese è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia per presentare la sfida cruciale. Di seguito tutte le dichiarazioni dello Special One.
Con quale consapevolezza arriva a questa finale?
“Siamo giunti alla fine di un percorso, con due finali da giocare nel giro di 4 giorni. Nella prima finale abbiamo ricevuto ciò che meritavamo, ossia la qualificazione in Europa League, migliorando la classifica della scorsa annata. In quella finale per me non si poteva scrivere la storia, c’era da finire il lavoro di un’intera stagione, raggiungendo un obiettivo nostro senza scrivere la storia. È una cosa normale per la Roma arrivare in Europa League finendo sesta in classifica. Quest’altra finale, invece, è storia che abbiamo già scritto, perché non si giocava da parecchio tempo. Quando arrivi in finale, però, devi fare di tutto per vincerla e scrivere la storia“.
Come gestite questa pressione? Le condizioni di Mkhitaryan?
“Innanzitutto abbiamo concentrato le nostre energie su Torino-Roma, il che è stato importante. Per domani ci siamo risparmiati la tensione di giocare per la coppa e per l’Europa League. Era un tensione extra di cui non avevamo bisogno. Vincere a Torino è stato il miglior modo per pensare alla finale di Conference. Io e il mio staff siamo chiusi da venerdì sera a Trigoria. Penso che la squadra sia in ottima forma. Vedo i calciatori concentrati e con la gioia giusta, perché per disputare gare come queste serve anche gioia. Mkhitaryan si è allenato oggi per la prima volta in gruppo. Essendo aperta ai giornalisti, poi, è stata una sessione breve. Ha svolto un lavoro base, ma io mi fido della sua esperienza. Lui concosce il suo corpo e sa interpretare le sensazioni che ha. Oggi, finito l’allenamento, mi ha detto che sta bene ed è disponibile per giocare“.
Il suo passato può fare la differenza domani?
“Non penso. Nell’aria c’è questo feeling a nostro vantaggio, perché in rosa abbiamo un giocatore albanese. Penso che questo sia normale: se vinciamo, un giocatore albanese alza la coppa e tutto ciò ha un significato. Io ho giocato Manchester United-Real Madrid per la finale della Supercoppa europea in Macedonia del Nord. Eravamo in un città unica, è stato bellissimo in quel paese. Mi esprimo in modo uguale per Tirana, l’Albania sta vivendo un momento importante. Lo stadio è molto bello, è un peccato che sia molto piccolo. La sua capienza non può soddisfare la gioia di molti tifosi. Io sono contento di essere qua. La finale di una coppa europea ogni volta è la partita che chiude la stagione. Ciò che dovevamo fare lo abbiamo già fatto. La leadership non si mette sul tavolo, ormai per noi non c’è più altro da fare. Quello di domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori. Possiamo solo cercare di leggere i momenti della partita e aiutare le squadra. Per fortuna, l’ultima partita che giocheremo è una finale e siamo contenti di affrontarla con l’atteggiamento giusto“.
Ha qualche preoccupazione in più?
“No, non penso ad altro. Affrontiamo una finale e mi concentro solo su questa sfida. Nella mia testa non c’è altro. Essere serio fa parte del mio modo di essere e di stare nelle situazioni. Pensavo che l’esperienza potesse aiutare, ma dico di no. Io ho lo stesso atteggiamento della prima finale che ho giocato 20 anni fa. Se mi vedete più serio è concentrazione, il mio metodo per preparare la gara“.
È una persona scaramantica?
“No e ci sono delle volte che litigo con qualcuno per questo motivo“.
Domani all’Olimpico ci saranno 50000 persone a sostenere la Roma dai maxischermi? Che effetto le fa?
“Può farci solo bene la passione dei nostri tifosi. Se in passato si sono perse delle finali davanti ad uno schermo non è colpa loro. A me hanno chiesto con che maglia giochiamo domani e ho risposto che non lo voglio sapere. Per me è indifferente“.
Lei come sta dopo lo scontro con Kumbulla? Domani può diventare il tecnico con più coppe europee diverse vinte.
“Marash mi ha fatto molto male, tra l’altro è il giocatore più pesante di tutti. Domani pensavo di andare con le infradito, un piede non mi entrava nella scarpa (ride, ndr). Kumbulla è un bravo ragazzo: quest’anno ha imparato tante cose e l’anno prossimo rimarrà con noi al 100%. Può crescere ancora di più“.
Qual è la sua opinione sul calcio olandese?
“L’Ajax ha in bacheca delle Champions, il Feyenoord del mio amico van Hooijdonk ha vinto la Coppa Uefa, il PSV ha vinto. Il calcio olandese ha vinto nella sua storia“.
La sua prima impressione su Tirana e le sensazioni su domani?
“La storia si fa dall’inizio e con la maturità. Il mio passato personale è una vecchia storia. Io non ho la bacchetta magica o pozioni, ormai il nostro lavoro è fatto e domani sta ai giocatori dimostrare. Noi siamo tutti pronti. Per me è la prima volta in Albania, non l’avevo ancora vista. Non ho visitato la città, ma sono contento di trovarmi qui. Peccato che lo stadio non sia di 50000-60000 posti. La mia non è una critica, lo dico soltanto perché così più persone avrebbero assistito dal vivo alla partita“.
Su Zalewski?
“L’anno scorso giocava in Primavera, ora gioca in Prima squadra. Ha vissuto 6 mesi molto significativi per la sua carriera. Può giocare ovunque. Io penso che, quando hai 20 anni e ti danno la possibilità di giocare, non importa se fai il difensore o il centravanti. Vai in campo e gioca. La sua mentalità è buona, credo che abbia un bel futuro davanti a sé“.
Secondo lei, a prescindere da come finirà domani, sarà comunque una stagione positiva?
“Dal mio punto di vista sì“.
Ha altri dubbi da sciogliere per la formazione? La scelta su Spinazzola?
“Leonardo è stato out dieci mesi. Gli mancava avere 70-75 minuti nelle gambe, è diverso da come è entrato contro la Fiorentina. Le sensazioni sono state positive, rappresenta un’opzione per noi domani“.
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