La rivoluzione in vista in casa PSG potrebbe portare all’arrivo di un tecnico della Serie A già apprezzato da altri club: il punto della situazione
Sta costruendo la sua carriera a piccoli passi: è uscito dal campo nel 2018, ha preso l’Under 19 del Paris Saint Germain. Poi il Supercorso Uefa Pro 2020 chiuso da primo degli iscritti. E l’Italia. Il Genoa e ora lo Spezia. Thiago Motta, con la carriera da calciatore che ha alle spalle, avrebbe potuto aspettare la scorciatoia giusta per cominciare subito dalla prima fascia. Non è nel suo carattere, non lo ha fatto perché uno che lavora sostenendo “so per primo di dover migliorare e mi metto in secondo piano” non potrebbe cercare strade diverse dalla gavetta sudata.
La salvezza dello Spezia sarebbe un miracolo: Thiago sta provando a costruirla partita dopo partira, mattone dopo mattone, a cominciare da una estate quasi mai vissuta sul campo con il Covid che impazzava, mettendo le sue idee al servizio di un mercato insufficiente e sopperendo con intuizioni in ruoli mancanti. Ora è ancora lì, a +7 dalla zona calda (anche se il Venezia deve recuperare una partita). Le imprese di San Siro contro il Milan e al San Paolo contro il Napoli, lui se le sarà scordate la sera stessa: troppo importante volare basso con la consapevolezza del gruppo che hai (e che lo segue riconoscendone il condottiero). Si vedrà alla fIne quanto potranno aver pesato quei 6 punti a casa di due big che stanno lottando per lo scudetto.
Il futuro di Thiago Motta: il PSG è più di una suggestione
Fatto sta che Thiago a Spezia non resterà. A dicembre volevano cacciarlo inopinatamente, a giugno sarà lui a stringere la mano a tutti, da signore, e a prendere altre strade. Consapevole del fatto che non troverà nessuno della dirigenza che proverà a trattenerlo. Thiago è un ombre vertical 3.0: ama rispettare ed essere rispettato, lavora con passione e professionalità, se deve pagare errori suoi si mette in prima fila per farlo, ma se vogliono mettergli sulle spalle errori di altri, l’onestà intellettuale che lo accompagna nelle scelte crea una barriera di difesa naturale. E pensare che, può sembrare presto oggi, ma a Parigi, dentro questa crisi in cui è piombato il PSG dopo l’eliminazione in Champions da parte del Real, la sua candidatura non è buttata lì per enfasi. Thiago è un po’ il figlio della Parigi calcistica, sei stagioni e tanti trofei nazionali sul campo, l’inizio della vita da allenatore costruendo l’Under 19 del progetto qatariota.
Se fosse (e se sarà) rivoluzione vera, rimodulando la filosofia della parata di stelle in un disegno che mescoli star e talento autoctono, è bene dire a chiare note che Thiago Motta non sarebbe un candidato per il dopo Pochettino al Paris Saint Germain. Sarebbe il Candidato. Bisogna capire quale strada prenderà il nuovo corso e definire se il ticket Zidane–Wenger possa essere davvero il futuro da cui ripartire senza mollare la strada maestra ma solo il condottiero e il costruttore del disegno tecnico.
Thiago Motta e il corteggiamento dei club italiani
In tutto questo Thiago Motta la sua schiera di estimatori in Italia se la sta costruendo. Sta pensando a lui il Bologna, che rivoluzionerà panchina e dirigenza. Mihajlovic ci metterà anche del suo per scegliere di cambiare aria e non solo farsi dire di cambiarla. L’attuale tecnico dello Spezia è in una lista di nomi papabili. E si parla di Thiago anche a Roma, sponda Lazio. Il derby perso male potrebbe spingere Sarri lontano da Formello già alla fine di questa stagione e quello di Thiago Motta è un profilo che piace. Occhio anche a quanto accadrà a Verona, dove non dovrebbe restare Tudor e anche da quella parte suonano sirene per l’attuale tecnico dello Spezia. Parigi è lì, nessuno la tocca: se non fosse ora, sarà un giorno. Questo lo sa Thiago e lo sanno al PSG.
F.S.