La leggenda rossonera Paolo Maldini si è soffermato sul suo ruolo da dirigente del Milan nel corso di una lunga intervista
Forse nessuno meglio di Paolo Maldini – una vita in rossonero costellata da ben 902 presenze col Diavolo – può rappresentare per antonomasia l’essere icona di un club. Dopo un’intera vita calcistica dedicata al Milan, l’attuale dt del club che fu anche del leggendario padre Cesare, si è concesso ai microfoni del settimanale Sette rilasciando una lunga intervista.
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Maldini ha parlato diffusamente delle sue sensazioni, e delle sue emozioni, nel rappresentare il club che per lui ha significato semplicemente la sua vita. Non sono mancati riferimenti agli ambiziosi progetti per il Milan del futuro, con un occhio particolare rivolto alla questione stadio.
“All’inizio, ogni sera tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era un disastro. Non facevo che ripetere a Leonardo, che mi aveva voluto con sé, che mi sentivo inutile”, ha incalzato Maldini. “Non capivo la parte amministrativa del lavoro, mi chiedevo cosa ci stessi a fare. Io devo sentirmi protagonista. Cosa dissi a Leonardo quando decise di andare al PSG? Che c… dici Leo, fu la mia risposta. Con gli occhi di fuori. Mi sono sentito perso. Ma sinceramente, subito dopo ho avuto anche la sensazione di essere per la prima volta a mio agio. Ero tornato in una situazione dove non avevo nessuno che mi faceva da scudo. Quello che ho sempre cercato. A Leonardo sono molto grato, l’apprendistato con lui è stato fondamentale. Ci sentiamo spesso”.
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Sul suo attuale ruolo da dirigente, l’illustre figlio d’arte non si è nascosto dietro ad un dito: “Come mi vedo tra 10 anni? Con i capelli bianchi, spero felice. In quanto a questo lavoro, o lo faccio con il Milan o non lo faccio. Forse all’estero, ma sinceramente dovrei pensarci. Sono contento di avere avuto questa opportunità. Perché so che se non lo avessi fatto, avrei sempre avuto il rimpianto di non averci provato. Anche per questo, il futuro non mi fa paura”.
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Sulla questione dell’addio allo storico impianto di San Siro, Maldini non ha dubbi: “Addio a San Siro? Credo e spero che possa essere così. Fa impressione, me ne rendo conto. Anche a me. Ci ha giocato mio padre, ci ho giocato io, ci gioca mio figlio. È stata la mia casa. Se la mettiamo sui ricordi, chi più di me potrebbe sentirsi ferito per un cambio così epocale? San Siro è un pezzo della storia di Milano. Ma se è diventato un luogo così iconico, lo deve alle imprese dei club e dei calciatori che ci hanno giocato. A questo dobbiamo pensare. Se noi vogliamo che Milan e Inter tornino ai piani alti del calcio europeo, scrivendo pagine bellissime come quelle di San Siro, non possiamo che avere uno stadio nuovo. Le alternative non esistono. Questa non è una opinione, è una certezza. Non voglio cancellare un passato meraviglioso. Solo che a me piace guardare avanti. È un po’ l’idea della mia vita”, ha concluso il dirigente.
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