Il Papu Gomez rompe il silenzio e racconta la sua versione del conflitto con Gasperini che lo ha portato a lasciare l’Atalanta
Il ‘Papu’ Gomez si racconta alla ‘Nacion’ in lungo e in largo, parlando della sua nuova avventura al Siviglia, dell’addio da Bergamo e di quello che ha lasciato, della vittoria della Copa America con l’Argentina e tanti altri temi. Il trequartista ex Atalanta si è soffermato sulla differenza di calcio tra l’Italia e la Spagna: “In Spagna il calcio si gioca molto più velocemente, hai meno tempo per pensare. I campi sono sempre molto bagnati e la palla corre velocissima. In Italia, mentre i rivali ti aspettano o ti seguono, questo ti dà i margini per gestire la palla più comodamente. In Spagna il gioco è più verticale e in Italia la proposta è più tattica e posizionale”. In particolare, però, Gomez ha parlato della rottura con l’Atalanta, quella che pensava sarebbe stata la sua casa fino a fine carriera.
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Dopo tanti anni vissuti da protagonista assoluto, qualcosa tra Gomez e la società si è rotto e il ‘Papu’ ha lasciato Bergamo in maniera inaspettata e senza spiegazioni. Oggi l’argentino rompe il silenzio spiegando la sua versione e quindi le motivazioni che lo hanno portato a lasciare il club nerazzurro. Secondo la ricostruzione del ‘Papu’. il tecnico Gasperini lo avrebbe aggredito fisicamente: “Ho dovuto lasciare il club. Mi aspettavo delle scuse dal tecnico, mai arrivate. Mi sbagliavo su qualcosa, presumo, perché in una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un’indicazione tattica”.
“Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere…, era perfetto che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all’intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio dell’intervallo ha esagerato, ha attraversato le linee e ha cercato di attaccarmi fisicamente. Ho chiesto un incontro con il presidente Percassi ammettendo il mio errore ma pretendendo le scuse dell’allenatore. Il giorno dopo non ho ricevuto nessuna scusa e lì ho comunicato di non voler più lavorare con Gasperini. Non era facile vendermi e la proprietà non voleva cedermi a nessun club italiano concorrente”.
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Si parlava di Stati Uniti o Arabia Saudita ma per fortuna è arrivato il Siviglia. Il trattamento della società è quello che mi ha deluso di più, visto il rapporto che ci legava da tanti anni. Ho deciso di parlare perché non voglio che la gente pensa che abbia deciso di andare via dall’Atalanta per fare più soldi. Era ora che i tifosi sapessero la verità”.
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