In esclusiva ai nostri microfoni l’ex portiere della Juventus Michelangelo Rampulla: da Donnarumma a Ronaldo e Dybala, ecco i temi trattati
Juventus nell’occhio del ciclone. Dopo un’annata al di sotto delle aspettative, i bianconeri hanno esonerato Pirlo e richiamato Allegri. Lo scorso giovedì è avvenuto un primo vertice tra il tecnico livornese, il presidente Agnelli e la dirigenza bianconera. Tanta carne al fuoco sul tavolo della ‘Vecchia Signora’: innanzitutto, bisognerà capire quale piega prenderà il futuro di Cristiano Ronaldo. La società, però, è attiva anche sul fronte entrate e Donnarumma al momento è uno dei nomi più caldi.
Di questi argomenti e non solo ha parlato, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calciomercatonews.com, l’ex portiere della Juve Michelangelo Rampulla. In forza ai piemontesi dal 1992 al 2002 – con alle spalle esperienza anche da preparatore dei portieri negli anni successivi – il siciliano si è dapprima soffermato sul cambio della guardia in panchina: “Scelta giusta? Questo lo sapremo l’anno prossimo. Sembrava inizialmente che la scelta corretta fosse Pirlo, invece poi la Juve ci ha ripensato. A volte si prendono delle decisioni ponderate, esonerare Sarri e prendere Pirlo mi è sembrata più una scelta d’istinto. Hanno capito probabilmente che forse non era ancora pronto, nonostante alla fine abbia vinto due trofei, cosa mai facile. Bisogna comunque dare merito all’allenatore del buon lavoro svolto. Probabilmente i dirigenti si sono accorti di volere qualcosa in più e hanno richiamato Allegri”.
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La domanda sulla porta è d’obbligo: Donnarumma ha detto addio al Milan e potrebbe finire presto alla Juventus. Che ne pensa di questo possibile rinforzo per i bianconeri?
“Fa gola a tante società. È giovane, ma ha già tanta esperienza ed è il portiere della Nazionale. Ha davanti a sé 13/15 anni almeno di valore assoluto. È un portiere di grande affidamento ed è sicuramente l’erede di Buffon. Per quanto riguarda l’addio al Milan, club in cui è nato ed era capitano a 22 anni, è una scelta da valutare per bene. Il Milan non è una squadra qualunque e diventare una bandiera dei rossoneri sarebbe stato importante. Forse è una visione del calcio un po’ antiquata, ma ognuno fa le valutazioni che deve fare. Se poi si fanno scelte economiche è un altro discorso. Io faccio parte di un calcio diverso, però capisco. Come diceva Maldini stesso ormai le bandiere non ci sono più e va bene così”.
A sorvegliare i pali della Juventus ora c’è Szczesny. Cosa comporterebbe l’eventuale cambio?
“Sicuramente non ci perderebbe la Juventus. Szczesny è un ottimo portiere, Donnarumma potenzialmente è un super fuoriclasse. Credo che ci guadagnerebbe sicuramente. Sarebbe comunque un peccato, perché il polacco ha dimostrato di essere un portiere di valore in questi anni. Ma prendendo un portiere giovane e della Nazionale italiana, i bianconeri sarebbero apposto per tantissimi anni”.
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Passiamo all’attacco: Ronaldo non sembra centrale nei pensieri di Allegri e le voci sull’addio si fanno più insistenti. Quale sarà il suo futuro?
“È il giocatore più forte al mondo insieme a Messi, ma ha 36 anni. Come società e allenatore, perciò, sicuramente valuterei, con un ragionamento a medio-lungo termine, se fare a meno di Ronaldo. Io personalmente rinforzerei di più la squadra e lascerei stare in questo caso il singolo. È chiaro, però, che per fare a meno di lui bisogna pensarci dieci volte non una. Ma c’è da dire che adesso tutte le grandi squadre europee sono abbastanza indebitate. Liberarsi di uno stipendio del genere aiuterebbe senza dubbio a prendere magari 2/3 giocatori di alto livello per potenziare la rosa”.
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La situazione per Dybala, invece, è completamente diversa. Il tecnico lo stima molto, crede che rinnoverà e sarà centrale nel progetto?
“È possibile. A me l’argentino è sempre piaciuto. Lo ritengo fin dall’inizio un giocatore straordinario e vicino alla porta è letale. Tiro, dribbling, salta l’uomo. Mi è sembrato strano che quest’anno, a parte qualche problema fisico che ha avuto, non sia stato preso tanto in considerazione. Ma potrebbe essere senza dubbio un elemento su cui puntare per ripartire”.
La coesistenza tra Ronaldo e Dybala in campo appare molto complicata e tutt’ora difficile da realizzare. Secondo lei sono compatibili tatticamente?
“Ho sempre pensato che i grandi campioni siamo compatibili in ogni caso, perché parlano la stessa lingua e ragionano allo stesso modo. Poi oltre al fattore tecnico, c’è anche l’aspetto psicologico. Io penso che un giocatore possa essere più in soggezione accanto ad un fuoriclasse come Ronaldo. Guardando da fuori, al netto degli infortuni subiti, penso che Dybala abbia sofferto la personalità del portoghese. Ho constatato che molti calciatori della Juventus cercavano troppo spesso Ronaldo e meno gli altri. Da quello che ho visto, probabilmente l’argentino giocherebbe più libero mentalmente senza Ronaldo”.
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Torniamo un secondo ai portieri: Buffon, ex compagno di Rampulla, sta per chiudere definitivamente il capitolo Juventus. Per il futuro della leggenda bianconera si parla di Serie B, Roma e una nuova esperienza all’estero, secondo lei quale può essere la pista migliore?
“Ho sentito varie notizie dopo l’annuncio dell’addio, ma io non ce lo vedo in un’altra squadra italiana. Se fossi in lui cercherei di fare un’esperienza all’estero, da qualsiasi altra parte ma non in Italia. Sarebbe troppo brutto vederlo con un’altra squadra italiana, a maggior ragione poi in un’altra categoria che non sia quella top. Ci sono varie possibilità oltre i confini, come gli Stati Uniti. Proverei una soluzione di questo tipo fossi in lui”.
Futuro incerto anche per Giorgio Chiellini, altra bandiera in quel di Torino. Col ritorno di Allegri la situazione è cambiata e potrebbe arrivare il rinnovo, Rampulla che consiglio si sente di dare alla colonna bianconera?
“Se c’è la possibilità di rinnovare, il mio consiglio è quello di farlo. Sarebbe un valore aggiunto per tutti i calciatori della squadra. E, soprattutto, darebbe una mano importante ad Allegri. Giorgio ha tanta esperienza, ha il dna della Juve dentro di sé che può trasmettere ai giovani. Se fossi in lui firmerei un altro anno alla Juventus e poi vedrei di rimanere in società. Anche se non dovesse giocare tutte le partite: prendere parte a 10/15 incontri della Juventus equivale a 40 da un’altra parte”.
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Ultima domanda su Paratici: era molto emozionato durante la conferenza stampa d’addio con Agnelli. Tanti trofei in questi undici anni, ma non sono mancate le difficoltà. Come giudica il suo percorso?
“È stato molto positivo. In tutti questi anni la Juve ha vinto tanto. Fabio è stato uno degli artefici di questi successi. Certamente all’inizio c’era Marotta che gestiva tutto ad alto livello. Fabio è uno che vede molto bene i giocatori e conosce il calcio. Sul livello tecnico è molto preparato. I trofei e le vittorie sono merito suo e di Marotta. Nell’ultimo anno probabilmente lui, come tutta la società, ha sofferto il fatto che sia venuto a mancare un dirigente di altissimo livello quale è l’attuale AD dell’Inter. Ma tanti meriti di questo percorso vanno anche a Paratici”.
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