Moggi, in esclusiva, parla della Juventus tra corsa Champions e decisioni da prendere per il futuro: Zidane, Gattuso e Ronaldo i temi caldi
Quando si pensa a un dirigente sportivo, prima dei vari Paratici, Marotta, Tare e chi più ne ha, più ne metta, si pensa inevitabilmente a Luciano Moggi. Tra risalite e discese ardite, l’ex direttore sportivo della Juventus, ma anche di Napoli, Roma, Lazio e Torino, ha vinto tutto ciò che poteva vincere. E lo ha fatto grazie alle sue intuizioni nel calciomercato – la lista di campioni arrivati nei suoi anni alla Continassa è piuttosto lunga. Chi meglio di lui può dare un parere sulla società di Andrea Agnelli? Lo abbiamo sentito, su Calciomercatonews.com, e abbiamo parlato della finale di Coppa Italia, di Pirlo, Zidane (lui sì che è stato scoperto da Moggi), Cristiano Ronaldo. E della lotta alla Champions League, ovviamente.
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La Coppa Italia, la Juventus, l’ha portata a casa. Basta a salvare la stagione o serve assolutamente la qualificazione in Champions League, secondo Luciano Moggi?
Gli obiettivi sono tre in un campionato: Supercoppa, Coppa Italia e scudetto, e la Juventus ne ha vinti due. Non ha fatto cose eccezionali, però ha dimostrato, nelle ultime partite, di essere una squadra che può competere per il titolo. Certo, c’è da sistemare il centrocampo, ma ha dato dimostrazione di essere tornata con i piedi per terra, mentre prima svolazzava con i suoi nove scudetti consecutivi.
Pirlo: lo confermerebbe?
Se fossi intelligente, lo confermerei. Credo che Pirlo abbia poche colpe, se non è stato centrato l’obiettivo campionato, a prescindere poi dal fatto che se su dieci campionati ne vinci nove, uno lo puoi anche perdere. E far divertire qualcun altro, che non si diverte mai.
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Circolano un sacco di nomi, comunque, per la panchina. C’è Zidane, per esempio. Lei lo ha portato in Italia e sempre lei lo vendette al Real Madrid, ora sarebbe il percorso inverso. Ma è lui l’uomo giusto per la Juventus?
Prima di tutto si deve capire se Pirlo ha fallito o no, perché ha preso la squadra che gli è stata data, imperfetta in certi ruoli, tipo il centrocampo, e ha saputo tirare fuori due trofei e probabilmente si qualifica in Champions League. È stato un anno di transizione che poi ha portato e porta a cambiare una squadra, e quando i vecchi lasciano si deve puntare sui giovani, come Chiesa, Kulusevski, de Ligt, così è stato fatto. La società ha lavorato bene e, ripeto, il tecnico non ha da discolparsi di niente perché se per un anno non si vince il campionato non succede nulla.
Negli ultimi giorni si parla anche di Gattuso.
È da escludere.
Gasperini, invece, è stato stroncato da lei in precedenza. Come l’ha visto in finale?
Era un po’ spettinato (ride, ndr).
Capigliatura a parte, come ha preparato la partita?
È stato bravo, l’ha preparata bene, è stata una partita bellissima.
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Buffon. Anche lui è arrivato grazie a lei e ora se ne va, a quarantatré anni. Si sta ripetendo lo stesso errore commesso con Del Piero?
Zidane l’ho creato io e potrebbe tornare, ma non sono io a dirlo, Buffon pure e ora se ne va, è la carta d’identità che parla, però: è scaduta e bisogna rimodernare.
Potrebbe non smettere, comunque. Lo vedrebbe meglio in Italia o all’estero?
In Italia, assolutamente.
E per quanto riguarda Cristiano Ronaldo: è stato un investimento giusto o lei avrebbe puntato su altro?
Queste domande non le deve fare a me, ma in linea generale prima di prendere dei giocatori, o un allenatore, si guarda quello che si ha in ‘casa’, e quindi se si sposa bene con il tecnico oppure no, o viceversa se si adatta alle caratteristiche del gruppo. Io lo spogliatoio non lo conosco così bene, e non so: magari c’è un campione che ha tantissime qualità, ma non si adatta al gioco della squadra, e quindi non va bene.
A questo proposito: ha ‘snaturato’ il gioco di Allegri, con Sarri non è andata comunque bene, e neanche con Pirlo ha dato il massimo.
E, infatti, io, come Luciano Moggi, Cristiano Ronaldo non l’avrei preso, l’ho detto fin dall’inizio e i fatti mi stanno dando ragione perché è un giocatore di trentasei anni e a quell’età diventa dura avere un certo tipo di rendimento, nonostante sia un campione, e questo è indubbio. Il problema è un altro: l’età.
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Lei comunque ha detto che la società ha lavorato bene.
Certo, ha inserito i due giocatori che hanno segnato ieri, poi hanno comprato Rovella. Stanno puntando sui giovani e quindi hanno lavorato più che bene.
Quindi confermerebbe Paratici?
Non so cosa abbiano in mente, ma io sì, lo confermerei.
Anche se spesso è finito sotto attacco, soprattutto dei suoi stessi tifosi.
Eh sì, ma perché in Italia lo sport non è il calcio: è dare addosso alla Juventus. Per quanto riguarda i tifosi, loro non sono abituati a perdere, e rendono antipatica anche la società, ma qualche volta ci sta, perché non si gioca da soli, si gioca in compagnia e capita di perdere.
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Infine, la domanda d’obbligo. Chi si qualifica in Champions League: Milan o Juventus?
Io credo che il Milan abbia difficoltà maggiori rispetto alla Juventus, perché incontrare l’Atalanta è diverso da incontrare il Bologna, quindi dico Juventus.
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