L’arrivo di José Mourinho sulla panchina della Roma a partire dal primo luglio rivoluzionerà il gioco e la rosa dei giallorossi
Come un fulmine a ciel sereno, la Roma ha annunciato l’arrivo dal primo luglio di José Mourinho. Lo Special One dopo undici anni di peregrinaggio in giro per l’Europa (Spagna e Inghilterra, soprattutto), torna finalmente in Italia. Uno degli artefici del triplete dell’Inter è quindi pronto per una nuova avventura, e un’idea su quella che dovrà essere la sua squadra già ce l’ha. Tiago Pinto e i Friedkin sono avvisati: serve qualche investimento sul calciomercato, e qualche cessione per sognare ancora in grande.
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Il marchio di fabbrica di José Mourinho è uno su tutti: la comunicazione. Il portoghese, 58 anni compiuti a fine gennaio, è considerato a tutti gli effetti uno dei migliori allenatori del mondo dal punto di vista comunicativo e motivazionale. A dimostrarlo è anche la sua bacheca di trofei europea, e non: due Champions League e due Europa League, due scudetti in Italia, uno in Spagna, tre in Inghilterra, due in Portogallo, e poi le leghe nazionali. No, lo Special One non ha bisogno di presentazioni.
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Oltre al lato prettamente di stimolo, Mourinho ha un’idea chiara anche di come i suoi uomini devono scendere in campo e lo schema che predilige, sperimentato per la prima volta alla guida dell’Inter – sì, la stessa Inter che ha vinto tutto -, comporterà delle nuove valutazioni in casa Roma sul fronte calciomercato. Se Paulo Fonseca, suo connazionale e predecessore alla guida dei giallorossi, ha rivisto i suoi moduli in funzione dei calciatori a disposizione, non è detto che anche con ‘Mou’ succeda la stessa cosa.
Ma con quattro o cinque colpi pensati dallo Special One, la Roma potrebbe proseguire la risalita e magari contendersi lo scudetto con le altre grandi. Innanzitutto servirà un portiere: dopo l’uscita di Alisson Becker, i pali dei giallorossi hanno perso molto, un innesto più che utile, è proprio necessario. Poi c’è il capitolo difesa: bene Mancini, un po’ meno i suoi compagni di reparto che hanno alternato momenti buoni a totali black out. Da non sottovalutare anche le frizioni passate con Smalling ai tempi del Manchester United.
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Un centrale difensivo fisico potrebbe servire come il pane, esattamente come dei terzini che spingano e supportino la fase offensiva con sovrapposizioni e propensione al cross. Il ritorno di Zaniolo sulla trequarti, invece, potrebbe essere l’arma in più per il portoghese, anche perché a centrocampo Pellegrini e Veretout sono funzionali nel suo 4-2-3-1.
Veniamo, però, all’attacco. La storia d’amore tra Fonseca e Edin Dzeko è finita tempo fa, e per il bosniaco si è spesso parlato di Inter e Juventus (quest’estate e poi quest’inverno si è andati tanto vicini al suo addio ai giallorossi), con l’arrivo del cinquantottenne qualcosa potrebbe cambiare. Anche se, a voler vedere bene, neanche lui potrebbe essere sacrificato per un nome più giovane.
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