In esclusiva ai microfoni di Calciomercatonews.com, Guglielmo Stendardo, ex calciatore e attuale avvocato
Parole pungenti, anche se pronunciate a distanza, quelle che ormai volano tra la Lega Serie A e l’AIC. La questione taglio stipendi tiene banco nei piani alti del calcio italiano e le polemiche non sembrano mancare anche in un momento così delicato per tutto il paese: “Adesso bisogna mettere da parte tutto questo – spiega in esclusiva a Calciomercatonews.com, l’avvocato Guglielmo Stendardo, che messi gli scarpini al chiodo, segue diversi ex colleghi come rappresentante legale – Tutti dovremmo remare dalla stessa parte insieme e proporre un progetto nuovo. Sul taglio stipendi, la situazione è chiara: dal punto di vista giuridico, nulla può essere imposto dalle società, tutti gli accordi andranno fatti singolarmente. E in questo, abbiamo visto come la Juventus sia stata brava a trovare già un accordo con i propri calciatori. Quella di ieri è stata una proposta dalla Lega, alla quale Tommasi ha risposto poi come ha risposto”.
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“Essere categorici, adesso, è difficile – continua Stendardo –Bisognerà vedere se il campionato riprende e quando riprende. Siamo tutti schiavi di un virus maledetto che ha colpito tutto il sistema paese e anche il calcio sta subendo delle perdite importanti. Ed è giusto che le società si occupano degli stipendi dei calciatori, ma non credo che due mensilità in meno risolvano il problema. In questo momento va discussa l’intera sostenibilità del sistema”.
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Tuttavia, restano vive anche le proposte avanzate dall’AIC, ovvero un fondo che raccolga parte dei tagli stipendi che hanno interessato i calciatori più importanti e supportare, così, le leghe minore e i colleghi meno fortunati: “Sarebbe una grande idea – risponde Stendardo, che aggiunge – Anche in Germania hanno adottato un sistema simile, dove Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen, Bayern Monaco e RB Lipsia hanno costituito un fondo di venti milioni studiato per aiutare i club in difficoltà. In Italia, adesso vanno supportate le leghe minori, tra Serie B, Serie C e Serie D, dove le società sperano in un intervento dello Stato che possa aiutarli con la cassa integrazione”.
Un intervento dello Stato che Stendardo auspica possa essere utile anche dal punto di vista comunicativo: “Lo Stato deve mettere fine alle polemiche con un atto deciso anche nel mondo del calcio. Bisogna progettare un sistema nuovo, attraverso delle riforme strutturali che ripensi la sostenibilità del nostro mondo”.
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