Serie A, in esclusiva ai microfoni di Calciomercatonews.com, il direttore di Sporteconomy.it, Marcel Vulpis
Dubbi, ancora tanti, sul futuro del calcio italiano ed europeo. Il coronavirus non fa sconti e giorno dopo giorno paralizza l’intera economia continentale. Una paralisi che rischia di abbattersi sul mondo del calcio come un vero e proprio ciclone: “Molte squadre del nostro campionato sono a rischio – spiega in esclusiva ai microfoni di Calciomercatonews.com Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy.it – Almeno il 75% dei club rischierebbe grosse perdite se non dovesse completarsi il campionato, terminando in rosso i propri bilanci 2019-2020. Tutto ciò porterebbe le squadre a dover monetizzare i propri capitali in maniera diversa e a spostare, dunque, il baricentro della propria economia. Mentre tutti i sistemi accessori si fermano, tra sponsor, ticketing e merchandising, ai club non resta che una exit strategy: quella delle cessioni. Dovesse accadere ciò, il nostro campionato vivrebbe un grosso depauperamento delle rose e vedrebbe un sbilanciamento del calciomercato in uscita, a scapito di quello in entrata”.
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“Attualmente c’è una grande differenza tra un club di livello, come la Juventus e un club, invece, medio-piccolo – continua Vulpis che spiega – Se la Juventus ha una perdita di 50-60 milioni di euro nel prossimo bilancio, dovuto all’anno nero che sta vivendo il calcio mondiale, alle proprie spalle ha comunque la Exor, la holding della famiglia Agnelli che può colmare e tamponare un momento simile. Un club medio-piccolo, invece, no”.
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Uno squilibrio economico che porterebbe ad immaginare un aiuto concreto anche da parte delle istituzioni: “E’ lecito aspettarsi un intervento del governo – aggiunge Vulpis – Ma tutto il paese sta vivendo un momento complicatissimo. Faccio un esempio: la Juventus può chiedere un aiuto per Ronaldo, come una normale azienda chiede supporto per i propri dipendenti. E’ corretto che loro possano chiederlo, ma non è detto che il governo risponda, soprattutto mentre tutta l’economia rischia il collasso, con intere famiglie a rischio”.
Di qui, Vulpis non ha dubbi: “Se dovranno essere allocate delle risorse, è chiaro il calcio sarà probabilmente una delle ultime ruote del carro, a fronte delle risorse che spetteranno ad industria pesante e altri settori primari. Il calcio resta spettacolo, intrattenimento, non un bene di prima necessità. In questa fase di shock economico, il mondo sportivo rischia di pagare pesantemente pegno. Il problema vero sarà capire quando tutto questo finirà, perché attualmente la UEFA sta ragionando solo in termini ottimistici”.
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