Il razzismo nel calcio, in Italia e in Inghilterra soprattutto, è sempre molto frequente. Ecco l’analisi dettagliata sui tanti casi da parte di calciomercato.it
Negli ultimi anni il razzismo ha preso sempre più piede nel calcio nostrano e non solo. Tanti gli episodi in Italia e in Inghilterra a carattere discriminatorio come si legge nell’inchiesta portata avanti da calciomercato.it. I presunti “tifosi” trascorrono il proprio tempo sulle tribune dello stadio, non a tifare e supportare la propria squadra del cuore, ma a schernire l’avversario per il colore della pelle. Episodi senza senso che avvengono ancora nel 2019 con l’Italia dietro soltanto all’Inghilterra per quanto riguarda queste tematiche come svelano le statistiche che si fermano a luglio 2019. Le dinamiche non sono cambiate in questo avvio di stagione in Serie A, come dimostrano gli altri casi avvenuti. Da Lukaku a Balotelli passando per gli ululati a Dalbert. Ma la cosa che fa più pensare è che non sono arrivate sensazioni adeguate.
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Razzismo, episodi anche nel calcio dilettantistico
Non solo il professionismo, ma si verificano episodi del genere anche in quello dilettantistico, ossia quello minore. Attraverso il network Fare è possibile notare come il 10% degli episodi a sfondo discriminatorio siano avvenuti per quanto riguarda squadre italiane, con due punti in più rispetto a quello dello scorso anno. Se in passato la causa era legata alle sconfitte (58% contro il 19% nel 2017-2018) è possibile notare come sia cresciuto il verificarsi degli episodi di razzismo (dal 21% al 41%). Inoltre, è cambiato anche dai dati sull’origine di questi comportamenti: se prima erano gli stessi tifosi della propria squadra, ora il trend è passato a quelli dei sostenitori avversari, che sono i principali responsabili. La crescita esponenziale di tutto questo è riscontrabile anche nelle poche sanzioni avute negli ultimi episodi riscontrati in Serie A.
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Se analizzano i principali episodi avvenuti in Serie A in questa prima parte di stagione, possiamo anche leggere i referti del giudice sportivo come per il caso di Lukau. La “Sardegna Arena” non è stata punita perché, da come si legge sul comunicato, “non possono essere integrati i presupposti, in termini di dimensione e reale percezione”. Stessa sorte è toccato anche al caso Dalbert con una sanzione economica di 10mila euro “vista la dimensione e la mancata percezione reale da parte degli Organi federali”. Soltanto per il caso Balotelli, con il pallone scagliato dallo stesso SuperMario verso le tribune del Bentegodi, è arrivata la chiusura del settore ‘Poltrone Est’ dello stadio per un turno. Poi la stessa decisione è stata sospesa dopo il ricorso del Verona con l’obiettivo della Corte Federale di “individuare con esattezza il settore di provenienza dei cori di discriminazione razziale nonché la loro percezione e dimensione”.
Infine, a livello numerico, rispetto ai dati del 2018 e di metà 2019 è possibile notare come la sanzione sia arrivata soltanto nel 43% dei casi, mentre nel restante 57% si passa sopra senza trovare così una motivazione valida.
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