Milan, occhio al Fairplay UEFA. Il secondo monte ingaggi italiano (dietro solo la Juve) rischia di inguaiare i piani rossoneri
Milan, riemerge il problema monte ingaggi. Con quasi 130 milioni il club si colloca al secondo posto della classifica dei monti ingaggi più elevati della Serie A, dietro alla Juventus, che ormai da anni non fa più testo. Decisamente troppo per gli equilibri economici del Milan, considerando le entrate certificate al momento. La realtà è che oggi il club sta pagando molto i propri giocatori (tra i presenti e i nuovi innesti), e una rosa così cara incide troppo sui bilanci del club. Certo, dopo un anno finalmente gli investimenti di Mirabelli iniziano a ripagare la fiducia, ma l’impatto di tutta la rosa sulle casse societarie è davvero ingente.
Se le circostanze dovessero restare queste e se non dovesse esserci una stagione positiva dal punto di vista sportivo, la situazione per i rossoneri si complicherebbe. I mancati introiti provenienti dai successi potrebbero seriamente far scattare sanzioni dalla Uefa, che oltre ai movimenti di calciomercato metterebbero a repentaglio la partecipazione alle competizioni europee dell’ anno prossimo.
Milan, problema stipendi: tra i top e i “fuori uso”
Ad aggravare la spesa non è unicamente l’ultima campagna acquisti del calciomercato Milan, con i suoi ingaggi di spicco (tra tutti Gonzalo Higuain con i suoi 9,5 milioni netti). Ma scorrendo la rosa dei rossoneri si nota che a pesare, e anche di molto, ci sono gli stipendi di giocatori che negli ultimi anni sono stati impiegati in maniera minima e che non sembrano rientrare nei piani di Gennaro Gattuso. Dei 129 milioni del monte ingaggi circa 20 arrivano proprio dalle seconde e terze linee. Basti pensare ad Abate (2,3 milioni netti), a Zapata (1,7 milioni), passando per José Mauri (1,4) e Montolivo (2,5).
Anche gli ingaggi del secondo e del terzo portiere non scherzano (Reina 3 milioni, Antonio Donnarumma 1 milione), senza dimenticare i 2 milioni di Ivan Strinic, peraltro alle prese con i noti problemi cardiaci. La società dovrà tagliare in maniera netta diversi stipendi se vorrà continuare ad investire sul mercato e, soprattutto, provare a ritrovare il piazzamento Champions dopo sei anni.