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Ricordate Esnaider? Il più grande pacco dell’era Moggi

Getty Images

Luciano Moggi è un personaggio controverso, un uomo che divide e in questa sede non ci addentreremo in ambito giudiziario, un parere piuttosto condiviso è però quello che lo vuole come dirigente provvisto di buon fiuto quando si parla di calciatori. I colpi sono tanti, ma non mancano passi falsi. Oggi vi riporteremo all’inverno del 1998, Ronaldo è in italia da pochi mesi e fa già paura a tutti, la Juventus di Lippi si affida a Del Piero per farsi rispettare. L’otto novembre a Udine, inseguendo un pallone inutile – come ammette lo stesso Pinturicchio nella propria biografia – il legamento crociato anteriore e posteriore del ginocchio sinistro fa crac. E’ un dramma per i bianconeri, che si ritrovano senza il proprio campione.

Le lacrime di Alex sono le lacrime di un popolo intero. Chi porterà sulle sue spalle il peso dell’attacco? Moggi si mette all’opera, c’è un nome in cima alla lista, quello di Hakan Sükür, già passato da Torino (sponda granata) senza lasciare tracce, pochi anni dopo il turco diventerà un problema dell’Inter, ma questa è un’altra storia… Fatto sta che i tifosi ormai danno per certo l’arrivo del turco, ma a un certo punto arriva Lui. Signore e Signori, Juan Eduardo Esnáider. Belle cose con Atletico Madrid ed Espanyol, i suoi corpi di testa fanno tremare la Spagna. Arriva a Torino con la nomea del duro, ma la Vecchia Signora sa domare animi irrequieti. Il pubblico italiano resta spiazzato, di fatto è uno sconosciuto al grande pubblico. I bianconeri lo conosceranno a loro spese.

“L’argentino con gli occhi che brillano e gli occhi di chi la sa lunga”, così viene introdotto da Carlo Verna durante questo servizio l’arrivo dell’argentino. Un servizio che, fateci caso, si conclude con la “colorita” esclamazione di un tifoso. Forse è il tifoso in questione a saperla lunga, perché la Vecchia Signora sta vivendo un momento difficilissimo, senza la sua bandiera e senza Marcello Lippi, l’uomo che l’ha portata sul tetto del mondo. Al suo posto arriva Ancelotti a febbraio, stavolta Moggi l’aveva azzeccato il nome, ma sarà a Milano che troverà gioie. In bianconero ha vinto solo l’Intertoto, una coppa che nemmeno esiste più. Già da questo si dovrebbe capire chiaramente che questa storia nasce così ricolma di sfiga da non poter finire bene.

Henry ed Esnaider insieme in copertina. Roba da matti.

Lo chiamano “El Prolifico”, ma non si parla di gol, bensì di figli: ne sforna in continuazione. I gol invece, quelli no, non in Italia almeno. Arriva in Italia tuonando “Voglio la Champions”, Non sa dove posizionarsi, fa i movimenti sbagliati, una situazione così disperata da indurre a sperimentare Tudor centravanti (è accaduto). Ancelotti, colto da un delirio, prova a spendersi Esnaider come sorta di vice-Zidane. Un vortice di disgrazia. 12 miliardi ripagati con prestazioni da incubo e appena due golletti, un in Europa e uno in Coppa Italia. A Omonia Nicosia e Napoli tocca l’onore di subire gol dall’oggetto misterioso.

E’ un’annata sciagurata per la Juventus, e pensare che a gennaio – insieme a Esnaider – arriva pure un certo Thierry Henry, ma questa è un’altra storia. Abbiamo detto della fama di “Prolifico” in camera da letto, ma Juan aveva anche un altro soprannome: “El Loco”. Come se non bastassero le scarse prestazioni in campo, l’argentino pensa bene di litigare un po’ con tutti, a partire dall’allenatore dell’Atletico, Antic, memorabile il cazzotto sferrato a un avversario durante il Mondiale Under 20, un altro pugno viene recapitato anni dopo a un suo compagno di squadra Miguel Ángel Benítez, reo di aver parlato troppo.

Un duro con la faccia da attore da telenovela, l’avevamo detto all’inizio che non poteva finire bene questa storia. Uno squadrone che vanta, tra i tanti, giocatori come Inzaghi, Peruzzi, Zidane e Davids, incredibile il settimo posto raccolto a fine stagione. Esnaider resta in rosa la stagione seguente ma poi Moggi riesce finalmente a sbolognarlo, rispendendolo in Spagna. Lì ritrova il gol, poi il declino definitivo durante il quale farà anche una capatina al River Plate. Non perde la passione per le litigate, a Murcia si becca una condanna per una rissa con un giornalista. Davvero Loco. Esnaider ha tentato pure la carriera di allenatore, l’esperienza sulla panchina del Getafe è durata da aprile a settembre 2016, esperienza deludente ma il dolore più grande arriva nel 2012, quando perde il figlio 17enne dopo una lunga malattia. 

 

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