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Mercato di gennaio: la FLOP 11 degli acquisti da incubo

Il mercato di gennaio rappresenta un’occasione per sistemare alcuni problemi della rosa, magari facendo fronte a infortuni o cercando il colpo che non si è riuscito a piazzare in estate. Questa finestra di trasferimenti smuove introiti inferiori a quella estiva, ma sono stati comunque tanti i movimenti a effetto, tanti però si sono rivelati clamorosi flop. In occasione del mercato di gennaio, ci siamo divertiti a costruire una flop 11 dei trasferimenti invernali, ripescando alcuni nomi che forse avete dimenticato. O avete voluto dimenticare.

A metà stagione non sono tanti i movimenti importanti per quanto riguarda i numeri uno, ma c’è un estremo difensore arrivato a gennaio che non è riuscito a convincere secondo le aspettative. Ma non gli mancano certe le attenuanti. Facciamo un salto indietro nel tempo, gennaio 2004, in serie A c’è una squadra passata agli annali come immensa fucina di bidoni: l’Ancona. Non a caso, i marchigiani quell’anno retrocessero raccogliendo solo 18 punti. Visto che le cose non andavano bene, a metà stagione in biancorosso arriva Magnus Hedman. Il portiere della nazionale svedese, manco a dirlo, affonda con tutta la baracca e l’esperienza in serie A resta una macchia nella sua dignitosissima carriera che l’ha visto anche approdare al Chelsea in veste di… Quarto portiere. Sempre meglio delle valanghe di gol prese in Italia.

Passiamo alla difesa, con un giocatore che fece scrivere molto i giornalisti, ma non per le prodezze bensì per una trattativa lunga a sfibrante. Ecco a voi Dídac Vilà, uruguayano approdato alla corte del Milan nel 2011. Contratto della durata di quattro anni per lui, superfluo dire che i rossoneri non gli hanno permesso di onorarlo. Gioca una sola partita, senza incantare, contro l’Udinese, tanto gli basta – fortunello – a fregiarsi del titolo di campione d’Italia. Galliani lo impacchetta e lo rispedisce all’Espanyol, dove ritrova continuità. Liberarsene definitivamente non è facile, salta l’affare con il Valencia a causa di una pubalgia.

Nome caldo nel mercato di gennaio 2010 è quello di Yohan Benalouane. La Juve prende una (incomprensibile) sbandata per questo difensore pelato, conosciuto con il soprannome di “Indomito”, tanto basta a descriverne il caratterino. Alla fine approda davvero in bianconero, ma si tratta di quello del Cesena, poi Parma, Atalanta e… Leicester. Non ha la gioia di far parte della cavalcata miracolosa delle Foxes perché Ranieri a gennaio lo manda a Firenze. 300 milioni per il prestito, ben sei milioni di riscatto. Neppure una presenza, neanche un minutino in campo con la maglia viola. Il tutto mentre a Leicester si sboccia champagne.

Spesso buoni giocatori non riescono a lasciare il segno nel nostro campionato, questo è il caso Víctor Ruiz. Il Napoli lo paga ben sei milioni più il cartellino di Jesús Dátolo (guarda caso, altro flop invernale) dopo le belle cose mostrate con la maglia dell’Espanyol. Mazzarri lo prova nella sua difesa a tre ma non scocca la scintilla. Un giocatore che non ha lasciato il segno, se non per il fatto di essere il primo spagnolo a vestire la casacca partenopea, aprendo la strada ai vari Albion, Reya e Callejon, giocatori che hanno avuto ben altre fortune.

L’Inter ha trascorso molte sessioni di mercato a cercare un erede di Roberto Carlos, lasciato partire troppo alla leggera, nel 1999 ci ha provato con Gilberto. Amico di Ronaldo, che lo chiama a gran voce di nerazzurro, appena due presenze per lui, per niente memorabili. “Capitai nella stagione sbagliata e anche se ero giovane nessuno ebbe pazienza con me”, così raccontò l’esperienza nerazzurra anni dopo. Sbagliata la stagione? Forse. Sbagliato il terzino? Sicuramente.

Nuno Ricardo de Olivera Ribeiro vi dice niente? Ok, proviamo così: Maniche. Brividi nella schiena dei tifosi interisti per questo centrocampista arrivato nel corso del mercato di gennaio 2008. Arrivato con grandi speranze in prestito dall’Atletico Madrid, gioca poco (otto presenze) ma riesce comunque a scroccare uno scudetto. Buon per lui. Segna un gol alla Juve, ma non serve niente perché i nerazzurri perdono comunque a San Siro. In estate in panchina arriva il suo connazionale Mourinho, che non si fa intenerire risparmiandosi i sei milioni per il riscatto. La storia gli darà ragione.

Abbiamo fatto il nome di Jesús Dátolo poco fa, fu proprio lui a scaldare il mercato di gennaio 2009 in casa Napoli. Hype altissimo, 6.5 milioni mal spesi. Finisce nell’occhio del ciclone per un servizio fotografico a una rivista gay, le polemiche che ne conseguono sono le poche cose ricordate dell’argentino, che comunque mette in mostra alcuni sprazzi delle proprie qualità soprattutto in occasione della vittoria a Torino contro la Juve che lo vide realizzare anche un gol.

Ogni squadra che si rispetti ha bisogno di fantasia e in questa Flop 11 del mercato di gennaio il ruolo in questione spetta a Xherdan Shaqiri. I piedi sono buoni, lo conferma la splendida rovesciata contro la Polonia a Euro 2016, ma con la maglia dell’Inter non ha lasciato il segno. Arriva a Milano dopo un ottimo mondiale, al Bayern Monaco per lui non c’è spazio, sulle prime sembra in grado di accendere la luce, ma non succede nulla. Tre golletti che non valgono i 15 milioni sborsati, meno male che lo Stoke sia disposto a portarselo a casa al prezzo di 17. In Premier League lo svizzero torna a fare numeri. Mah.

Una vera delusione, questa l’essenza dell’esperienza milanista di Alessio Cerci. Le belle cose con il Torino di Ventura, poi il trasferimento all’Atletico Madrid dove il Cholo non lo vede. “Saluti Serie A, noi ce ne andiamo nel calcio che conta”, così scrisse la fidanzata dell’esterno in un tweet al veleno, peccato che la scampagnata duri appena sei mesi. A gennaio 2015 torna nel Bel Paese ma non mette mordente, poche le giocate ma in compenso sono parecchi i fischi che gli spalti di San Siro gli regalano a cadenza settimanale. Meglio cambiare aria, va.

Abbiamo menzionato Inter e Milan, riportiamo alla mente cattivi ricordi anche ai tifosi della Juventus. Non uno, bensì due giocatori per completare la Flop 11 del mercato di gennaio. Iniziamo da Nicholas Anelka, giunto alla corte di Conte ormai bollito. Un matrimonio che poteva farsi tanti anni fa, quando il francese era all’Arsenal, tanto che si scatenò un’asta milionaria tra la Vecchia Signora e la Lazio, poi a spuntarla fu però il Real Madrid. Tra i due litiganti il terzo gode, gode poco in questo caso perché a Madrid Nicholas non combina nulla. Buone cose al Fenerbahçe, al Bolton e al Chelsea, poi decide di andare a fare soldi a Shanghai. La Juve lo strappa inspiegabilmente al suo esilio dorato. Meno di 400 minuti in campo. Di seguito il video con i suoi gol in bianconero, godiamocelo e poi passiamo al bomber di questa squadra da incubo.

Chiudiamo la parata degli orrori con un altro bianconero, ritenuto a buona ragione il re dei pacchi. Siamo nell’inverno del 1999, la Juve è alle prese con il gravissimo infortunio di Del Piero e si trova a fronteggiare un’emergenza in attacco. Serve un gran giocatore, parte la girandola dei nomi, Moggi non perde tempo e annuncia il prescelto: Juan Esnáider. Soprannominato “El Prolifico”, non per i gol ma per le doti da bomber… In camera da letto. Cinque figli a soli 26 anni. A Torino non segna neppure con le mani, eppure in Spagna aveva un buon rapporto con la porta. Pessimo in campo, rovente fuori, litiga con tifosi, giornalisti, chiunque. A Torino il suo nome echeggia ancora come un fantasma.

 

Paolo Bardelli – calciomercatonews.com

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