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Buon Natale Juventus, tra bilanci e regali sotto l’albero

© Getty Images

Finisce un anno e, come di consueto è tempo di bilancio. Sono stati dodici mesi gloriosi per la Juventus, che a inizio stagione 2015/2016 ha avuto i suoi bei problemi. Ricordiamo la sconfitta con il Sassuolo di fine ottobre, da quel momento in poi però la Vecchia Signora è stata in grado di ritrovare se stessa, con un filotto di risultati che è valso fuga e quinto scudetto consecutivo. Si parte proprio da qui, l’obiettivo è quello di centrare il sesto successo, un traguardo mai riuscito a nessuno che la Juve spera di tagliare nel 2017. L’anno della definitiva consacrazione di Dybala, Bonucci che guadagna il palco dei big internazionali, Buffon che si conferma ai suoi livelli. Tutto perfetto dunque? No e non si possono ignorare le cose che non hanno funzionato.

Parliamo di una squadra reduce dalla doppietta Scudetto-Coppa Italia e della più accreditata pretendente alla vittoria in campionato anche quest’anno, tuttavia i pensieri di società e tifosi vanno ben oltre i confini nazionali. E qui arrivano i dolori. La sconfitta di Siviglia come pesante eredità del 2015, sfuma il primo posto nel girone e agli ottavi tocca il Bayern Monaco. Ed è qui che i fantasmi della Vecchia Signora si manifestano. Un’ingenuità sul campo degli andalusi pagata a caro prezzo, i bavaresi riescono ad avere la meglio nonostante una grande prova bianconera in terra teutonica.

La stagione in corso è ripartita da molte certezze e da un tremendo rimpianto, la Juve ha saputo farne tesoro. Ma solo a metà. Stavolta il primo posto nel girone è arrivato, ma l’atteggiamento non è proprio di una squadra che pensa in grande in Europa. Il colpo resta in canna, nonostante un mercato pantagruelico, qualcosa continua a mancare ed è il centrocampo il reparto più delicato. In Champions League non ci si può affidare alle folate per risolvere le gare calde, servono ritmo ed idee chiare, elementi che spesso e volentieri mancano all’undici di Allegri.

Festa Juventus © Getty Images

Lo schiaffo di Doha può essere salutare, stesso discorso vale per la netta sconfitta patita per mano del Genoa, ma qualcosa deve cambiare a livello programmatico. La lode ai nervi, allo spirito di sacrificio e al cinismo rischia di offuscare gli obiettivi di una Signora che vuole essere bella, anzi bellissima in Coppa. La difesa offre numerose soluzioni, mente chi dice che questa squadra sia disegnata esclusivamente per un assetto con i tre dietro, giocatori come Benatia e Rugani, anzi, si trovano meglio con la linea a quattro. Come detto, è in mezzo che manca qualcosa, guarda caso stesso problema con il quale iniziò il 2016.

12 mesi fa si sentiva la mancanza del trequartista, chiesto a gran voce da Allegri ma rimasto un progetto astratto. Hernanes non ha lasciato il segno, tanto che ormai Allegri lo usa in pianta stabile come vice-Marchisio, ci ha provato anche con Pjanic, avanzato con il trascorrere delle settimane. La sensazione è quella di un ottimo materiale al quale non si sa ancora che forma dare. Suona inconcepibile che, dopo aver piazzato acquisti di prima grandezza come Higuain, la Juventus si sia ridotta all’ultimo per colmare il vuoto lasciato da Pogba in mezzo al campo. Molti potranno obiettare che, in termini di creatività, sia stato proprio Pjanic a sostituirlo, ma manca tanto il contributo a livello fisico.

Getty Images

Si è cercato a lungo Matuidi e l’uomo giusto, con tutta probabilità, era proprio lui, la Juve di questi mesi ha infatti un problema di verticalità, servirebbe un uomo in grado di svolgere le due fasi. Uno come il primo Vidal, già. Ma il tempo passa, è inutile restare ancorati ai feticci del passato, la società ha fame di successi e li vuole subito. E questo potrebbe essere un guaio, visto che è sbagliato far dipendere il successo di una stagione dalla conquista della Champions League, competizione legata a troppe variabili. La fretta potrebbe portare su piste sbagliate.

Il 2016 ha portato due trofei, la Juventus di certo vuole continuare a vincere nel 2017, ha tutto per farlo ovviamente, ma qualcosa manca. Un uomo in mezzo, abbiamo detto, ma occhio pure alla corsia di destra. Lichsteiner, sfiduciato e poi reintegrato, non è di primo pelo, a questo si somma il brutto infortunio di Dani Alves. Allegri ha promesso la forma migliore a cavallo di marzo, giusto in tempo per le sfide europee più calde, bisogna però arrivare a giocarsele. Servono un paio di regalini sotto l’albero, e che non siano un maglione con le renne o un paio di guanti, altrimenti tra dodici mesi rischiamo di raccontare una storia già sentita.

Paolo Bardelli – calciomercatonews.com

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