Miralmen Pjanic, ai microfoni de La Repubbica, ha parlato nuovamente della sua decisione di trasferirsi alla Juventus: “Ogni mio trasferimento è stato un salto di qualità, anche se la mia bacheca è ancora vuota: a Lione avevano vinto sette campionati di fila, ma con me solo secondi posti. Se succedesse anche alla Juve direbbero che porto male…”. Dopo cinque anni in giallorosso, il centrocampista sentiva la necessità di cambiare: “Era il momento di andare – ha spiegato – Ho sempre creduto alle promesse del club, rinnovando il contratto. Continuavano a ripetermi che avrebbero costruito una squadra da scudetto, ma purtroppo in cinque anni non abbiamo vinto niente. Ne ho 26, la carriera non dura in eterno, non potevo più aspettare”.
UNA SCELTA DIFFICILE – “Una persona seria rifletterebbe e capirebbe la mia scelta – ha puntualizzato il bosniaco – La Juve mi voleva da anni. Ne ho parlato anche con Spalletti, con De Rossi. E con Totti. Il capitano mi ha detto che gli dispiaceva ma mi capiva. Avrebbe preferito che rimanessi in giallorosso ma sapeva che dovevo fare la mia strada. Amerò sempre Roma e la Roma: lì ho condiviso tutto, gioie e dolori. Ma era giusto andarsene. Solo una maglia non potrei mai mettere: quella della Lazio, perché ho giocato nella squadra buona di Roma. La Juve vale l’Inter, il Milan, il Napoli”.
LA SCELTA DI ACCETTARE LA JUVENTUS – “Ci ho pensato molto prima di dire sì? Il tempo di capire quanto mi volessero. Ero quello che a loro serviva. Era andata allo stesso modo anche con la Roma: Sabatini e Luis Enrique mi convinsero dimostrandomi quanto tenessero a me. È vero che in Europa il livello è più alto, ma a quel livello la Juve c’è. Ha storia, esperienza, giocatori. Io credo in questa squadra e questa squadra crede in quello che può raggiungere”.
LE DIFFERENZE TRA ROMA E JUVE – “Da fuori la Juve sembrava molto tosta, sapevi che era quasi impossibile che perdesse. Qui ho capito perché: costi quel che costi, si vuole vincere, e nient’altro. A Roma invece c’erano più tentazioni. Ma conosco le dinamiche romane e non essendo né scemo né pazzo ho sempre anteposto il mio lavoro a tutto. Poi non c’è niente di male a divertirsi una volta ogni tanto o a uscire a cena, no?”.
Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com