Nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport c’è una lunga intervista al nuovo allenatore dell’Inter, Frank De Boer, che parla a 360°: “Sono stato contattato un paio di settimane prima della firma, tramite il mio agente. Ho dato la mia disponibilità, il progetto nerazzurro mi è sembrato subito interessante, poi in un secondo momento ci siamo confrontati e ogni cosa è andata velocemente a posto. Inter? Per me significa tradizione, è Italia. Se pensi al calcio italiano ti vengono in mente le tre grandi: Inter, Milan e Juventus. A Milano, poi, sono passati fantastici giocatori olandesi: Jonk e Bergkamp da un lato, Van Basten, Rijkaard e Gullit dall’altro. Il prestigio del club nerazzurro ha avuto la sua influenza nella mia scelta, e io voglio essere coinvolto in questa grande storia“.
La filosofia di gioco: “Per quanto mi riguarda, non voglio cambiare la storia dell’Inter, ma passo dopo passo possiamo crescere sotto molti punti di vista. Dobbiamo attaccare e difendere insieme. Poi, se ci sono momenti in cui si è stanchi, si può anche giocare a tratti in contropiede. Però, mai tutti dietro e due attaccanti lasciati là davanti a risolvere le cose… Il mio calcio? Si gioca in undici, anzi con tutta la rosa. Organizzazione e unione d’intenti fanno l differenza, sempre. I singoli vincono una partita, la squadra porta a casa i titoli. Se vuoi giocare da solo, passa al tennis. Bisogna scegliere una direzione, seguirla e coinvolgere l’intero gruppo. I miei attaccanti segnano molto perché sono vicini alla porta, ma allo stesso tempo devono garantire il giusto apporto alla squadra anche in fase difensiva“.
Modulo: “È vero, preferisco il 4-3-3, ma possiamo pure fare altro, come il 4-2-3-1. Non c’è nulla di male a cambiare. L’avversario va sempre studiato, bisogna individuare i punti deboli per capire come colpire meglio. Io voglio eccome che la mia squadra sappia cambiare due-tre sistemi anche nella stessa gara, ma per fare come Barcellona e Juve, brave a variare in corsa senza problemi, occorre una crescita generale dei ragazzi, ogni cosa passa dalla disponibilità e dalla qualità dei giocatori. A gennaio sapremo veramente chi siamo. Sono qui da poco, e domenica inizia il campionato. Col mio staff dobbiamo inevitabilmente stare attenti anche all’intensità degli allenamenti. Se non gestiamo bene l’aspetto fisico, tra un mese potremmo avere tanti infortuni“.
Icardi: “Mauro ha solo 23 anni e ha segnato tantissimo. Lui sa che non è solo merito suo, ma di tutta l’Inter. Ogni giorno deve arrivare qui per diventare un giocatore migliore, in campo e fuori, curando pure il cibo e ogni altra cosa che possa alzare l’asticella del rendimento personale. Questa è la mentalità giusta. Anche Messi non smette mai di mettersi in discussione. Il giorno in cui pensi di aver raggiunto il top allora sei finito. I movimenti di Icardi sono già fantastici, magari a volte deve capire che è meglio proteggere la palla e giocare semplice, per l’interesse della squadra. In ogni modo, ho visto in lui tanta energia negli allenamenti e nella gara col Celtic: mi è piaciuto vederlo felice nel servire l’assist a Candreva. Ovviamente vuole segnare, ma può fare la differenza in tanti modi. Dai, sono molto contento di Mauro, è il capitano, sa come voglio che lavori. Deve giocare per la squadra, e segnerà tanti gol“.
Banega: “È un giocatore fantastico. Dobbiamo metterlo nelle migliori condizioni tattiche possibili. Sarà molto importante, perché fa la differenza quando ha la palla fra i piedi. Può fare tutto, ha grande intelligenza: bene a ridosso di Icardi, ancora meglio qualche passo indietro, bravo pure da regista. Con la nazionale argentina gioca a centrocampo, da interno, nel Siviglia faceva tutti i ruoli, e in Copa del Rey, contro il Barcellona, marcava addirittura Iniesta. Ha una qualità fantastica, è ciò che ci serve. Uomini come lui, Candreva e Perisic sono fondamentali, perché io amo la gente che sa giocare la palla a prescindere“.
Juventus: “È una grande squadra, la rosa è eccezionale. Hanno messo dentro Higuain, allo stesso tempo è partito Pogba. Dobbiamo capire come giocherà a centrocampo, e non è così sicuro che sia più forte dell’anno scorso. Grandi nomi sì, ma non sappiamo ancora se i grandi nomi sapranno anche essere squadra“.
Obiettivo: “Entrare in Champions, non ci sono storie. Il resto dobbiamo vederlo, comunque ci proveremo. Con una buona organizzazione e con la giusta mentalità si può ottenere qualsiasi cosa nel calcio. Sarà comunque durissima su tutti i fronti, perché Roma, Napoli, Lazio, Fiorentina e Milan sono ottime squadre e vanno rispettate“.
Milik: “Può fare molto bene. Attaccante vero, è più adatto al 4-4-2, ha energia e qualità, è uno dei migliori sinistri in Europa. Potrebbe aver problemi nel 4-3-3, però è giovane e può migliorare. La sua velocità non è delle più alte, ha comunque grandi margini: se fosse anche veloce costerebbe quanto Higuain…“.