Stefano Pioli, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere dello Sport, ha fissato gli obiettivi della Lazio: “Punto molto sui rapporti, sulla professionalità e sul cercare di far giocare bene la mia squadra. I grandi allenatori sono considerati bravi quando cominciano a vincere qualcosa e se voglio cominciare a essere considerato grande devo cominciare a vincere anche io. E’ quello che vorrei fare con la Lazio. Mi trovo bene qui, sono contento, orgoglioso di essere l’allenatore dei biancocelesti. Il sogno, l’obiettivo è vincere qualcosa. Potevamo già farlo, non ci siamo riusciti, è stato un peccato: l’anno scorso avevamo dimostrato di poter meritare la Coppa Italia”.
Sugli obiettivi: “Vincere significa vincere una competizione, qualunque essa sia. Sarebbe importante per il nostro lavoro e per quello che cerchiamo di costruire. Se riusciamo a dare il massimo potremo giocarci le nostre carte in tutte e tre le competizioni. La classifica sarà giusto guardarla a febbraio”.
Sulle avversarie: “Il Napoli era già una squadra forte l’anno scorso, ha grandi qualità. Juventus, Roma, Napoli e forse Inter hanno qualcosa in più delle altre. Poi ci siamo noi e la Fiorentina. C’è un lotto di squadre di alto livello. Scudetto? Io credo nella mia squadra, ma credo anche che ci siano dei valori da rispettare. Al momento la Juventus e la Roma sono le squadre più forti del campionato”.
Sul mercato: “Abbiamo preso giocatori nuovi, giovani, che avevano già dato dimostrazione delle loro qualità. Stanno dando dei risultati e ce ne daranno ancora. Vorrei rigiocare il preliminare: sono convinto che la squadra presentata a Leverkusen fosse competitiva. Ma vorrei rigiocarla con la squadra al completo”.
Su Guardiola: “Non ho allenatori di riferimento. Quello che mi piace di più per come fa giocare la squadra è Guardiola. Il suo calcio mi piace tantissimo. Lo conosco, grande persona e grande allenatore. Mi piace la sua filosofia, non da punti di riferimento, vuole fare la partita e controllarla. Non significa non difendere. La Lazio, nel suo piccolo, sta provando a fare questo. Se potessi prenderei Muller al Bayern. Ha tutto: intensità, sacrificio, generosità. Non è un campione dal punto di vista tecnico, ma si muove continuamente, può giocare in qualsiasi ruolo. Due campioni che ho fatto studiare anche ai miei sono Robben e Ribery: nel Bayern sono diventati completi”.
Su Felipe Anderson: “Quello che diventerà Felipe è difficile prevederlo, vale per tutti i giovani. Ha qualità tecniche e fisiche ed è un ragazzo volenteroso. Nelle scelte di gioco può migliorare”.
Il giocatore più decisivo della A: “In questo momento Higuain, può fare la differenza, la squadra che ce l’ha a disposizione parte quasi con un gol in più”.
Sul derby: “Prima ci sono cinque partite, ma il derby lo prepareremo al meglio, non ci sono dubbi. Non ci lamentiamo del fatto che la partita con il Rosenborg è troppo ravvicinata. Orario? Credo che si giocherà alle quindici”.
Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com