Doveva essere il gruppo della morte, potrebbe diventare il girone dei morti. Il girone D di Champions League si preannunciava come raggruppamento ricco di qualità, ma le quattro non stanno vivendo certo un bel momento. Sulla Juve stiamo versando fiumi di inchiostro, cercando di capire cosa sia andato storto nella rivoluzione lanciata da Marotta in estate, chi segue calciomercatonews sa che avevamo molti dubbi, ancora peggio se la passa il Borussia Monchengladbach, con tanto di addio al tecnico Favre. Problemi pure in casa Siviglia, c’è molto da registrare, sorprendono ancora di più i guai del Manchester City. La squadra di Pellegrini si è presentata ai nastri di partenza come favorita numero uno al titolo, complice il balbettìo del Chelsea nelle prime settimane, a mostrare però qualche ingranaggio inceppato è stata proprio la Vecchia Signora. Dallo scontro Champions contro i campioni d’Italia qualcosa si è mostrato con chiarezza, si tratta di elementi che non erano chiari alla vigilia, proprio nel momento in cui i Citizens sembravano finalmente aver trovato la quadra tattica.
Le polemiche arbitrali sono il sale del commento calcistico italiano, la Premier League è un altro mondo ma certamente la direzione di Clattenburg lascia perplessi. L’esperto arbitro inglese non è nuovo a simili prodezze, si tratta di un direttore di gara spesso nell’occhio del ciclone, stavolta però si è forse superato. Ben tre gol in fuorigioco, gli assistenti Collin e Beck ci hanno messo del loro per far volare il Tottenham nonostante un primo tempo ben giocato dal City. I Citizens hanno perso per un po’ di boria, la stessa che sta costando carissimo alla Juventus. Il doppio impegno non è un dettaglio, ma il turn-over quando i meccanismi non sono oliati è un lusso che non tutti possono permettersi. Non parliamo in questo caso dell’impiego di Caballero al posto di Hart, considerati i problemi alla schiena del nazionale inglese, Pellegrini però pensava di vincere questo match con qualsiasi formazione. Si è capito. Quattro a uno è un boccone difficile da digerire.
Manchester mille colori, prendiamo in prestito Pino Daniele per descrivere quello che sta succedendo nella momentanea capitale del calcio inglese. Il City vede nero, roseo invece sembra il futuro dei rinati Red Devils. In questo caso la quadra sembra esserci eccome, dopo un lungo periodo di amarezze. Se lo meritano i Diavoli, ce lo meritiamo che vogliamo una Premier League finalmente al completo. Da più di due anni lo United non occupava il primo posto in classifica, il successo sul Sunderland arriva grazie al veterano Rooney, centro numero 171 per lui, in gol anche Depay, nuovo eroe dell’Old Trafford con tanto di leggendaria numero sette sulla schiena. Mata chiude i conti nonostante l’ostruzionismo dei Black Cats. Bentornato Man United, ci sei mancato tanto.
Finisce il magic moment di Claudio Ranieri, ma non facciamone un dramma, perdere con l‘Arsenal ci sta. Scatenato Sanchez, vera anima biancorossa, tre gol per lui, il Leicester ne prende cinque in totale ma resta quando di buono è stato fatto in questo avvio di campionato. In cascina ci sono tanti punti che torneranno buoni per i mesi invernali. I Foxes non sentiranno freddo. Freddo è il sudore di Mourinho che in casa del Newcastle rischia di subire la mazzata che ti stende. Un pareggio del quale non lamentarsi, benché Krul abbia avuto il suo bel da fare per difendere il risultato. Grande Ramires, giocatore troppo spesso sottovalutato, è lui a salvare i Blues con un tiro da fuori che accorcia le distanze dal due a zero. Willian completa il lavoro, un punticino è ancora poco per tornare a pensare in grande. Lo United dista otto lunghezze. In troppi però si divertono a dare Mourinho e il suo Chelsea per morti, questa squadra è fortissima. Anche mentalmente.
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