L’estate 2015 che volge al termine, verrà certamente ricordata in casa Fiorentina come quella dell’inizio di una nuova fase del progetto di crescita che i Della Valle, di concerto con l’attuale dirigenza capitanata da Daniele Pradè, hanno deciso di stilare e seguire. Molte incomprensioni, seguite da diversi inaspettati addii, alcune scelte coraggiose, altre discretamente discutibili. Non si è dovuto ripartire da zero visto che la base, solida ed eccellente per ampi tratti, è stata mantenuta, ma si è dovuto lavorare di sottrazione e sostituzione. Alcuni tasselli, rimossi dalla squadra che lo scorso anno ha ben figurato in campionato ed in Europa, sono stati rimpiazzati con alternative di eguale o maggior valore; altri, invece, dopo gli addii, hanno lasciato delle caselle vuote che colpevolmente non sono state colmate. Un’analisi complicata, quella legata al calciomercato della Fiorentina, che eviterà di legarsi al lavoro sul campo del nuovo tecnico Paulo Sousa, eccellente già nel precampionato nell’arduo compito di dover plasmare una squadra a sua immagine e somiglianza.
ACQUISTI – Precise, intelligenti, mirate. Le entrate della Viola hanno chiaramente regalato soddisfazioni alla piazza. Nessun super nome, visto che gli esperimenti dei “nomi” sono miseramente falliti nel corso del tempo, ma tanti calciatori dalla comprovata affidabilità, che certamente saranno centrali nel corso della stagione. Il bomber Kalinic, preso dopo aver a lungo trattato Destro, può regalare grandi soddisfazioni, così come Mario Suarez e Davide Astori. Il giovane portiere Sepe affiancato da Verdù e Gilberto, chiude il lotto di una campagna d’ingressi discretamente soddisfacente. Saltano all’occhio due grosse pecche: manca il centrale di difesa richiesto da Sousa e, soprattutto, chiede ancora vendetta la trattativa con il centrocampista Milinkovic-Savic, passato poi alla Lazio. Chiaro il dolo del calciatore, ma a certi livelli sarebbe chiaramente preferibile non arrivare al tavolo delle firme per poi dover far saltare tutto. Punto interrogativo, enorme, su Blaszczykowski: il talento del calciatore non si discute, ma la condizione fisica lascia a desiderare da diversi anni (l’anno scorso soltanto 2 presenze per 90 minuti consecutivi ed un bottino magrissimo da 13 presenze totali). Riuscirà Paulo Sousa a risollevarlo?
CESSIONI – Le cessioni sono l’altra faccia della medaglia della Viola. A parte Mario Gomez la cui uscita è sacrosanta, ed a parte Savic con cui si perde un pilastro ma con cui si è fatta una grande operazione, la campagna in uscita della Viola è semplicemente un disastro. Tre i casi spinosi, uno per fase del mercato, che fanno crollare il giudizio: il caso Montella ad inizio mercato, con l’ancora inspiegabile tira e molla tra le parti che ha portato alla rottura definitiva; il caso Salah durato più di un mese, che ha lasciato la Fiorentina al palo e con un pugno di mosche in mano; il caso Joaquin, con il calciatore praticamente bloccato per quasi tutta la sessione in Toscana nonostante la volontà, affatto celata, di voler tornare al Betis Siviglia, e liberato (con pochissimi sorrisi) nelle ultimissime ore di mercato. Una serie di situazioni che hanno davvero messo a dura prova la dirigenza viola che, per ben 3 volte, si è fatta trovare impreparata. Il discorso rimane però aperto: nel calcio, chi vince ha ragione. Se la Fiorentina riuscirà a fare una grande stagione italiana ed europea, tutti dimenticheranno questi tre spinosi casi. In caso contrario, cadranno come una scure sulle teste dei dirigenti viola.
VOTO FINALE 6 – Sufficienza, stentata, ma raggiunta. Difficile non farsi influenzare dal capitolo cessioni, ma la sensazione è quella che i viola abbiano mantenuto una buona base e puntellato l’organico con colpi all’altezza. Per superare i problemi in uscita, sarebbe servito forse qualcos altro, ma in casa Fiorentina la certezza è una: il colpo è stato fatto in panchina. La stagione ci dirà chi avrà avuto ragione.
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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