Mentre Ciro Immobile, Giulio Donati e Luca Caldirola hanno avuto non pochi problemi ad imporsi in Germania, lei ha vinto lo scudetto con il Bayern Monaco femminile. Raffaella Manieri è al sesto trionfo in campionato (cinque in Italia): leader della nazionale, difensore con tecnica ed eleganza, ha lasciato il nostro paese dove il calcio femminile non è professionistico per mettersi in gioco in uno dei campionati più difficili al mondo, e, ovviamente, ha vinto. Intervistata in esclusiva da Calciomercatonews.com, Raffaella si è raccontata a 360°.
Raffaella, come si trova in Germania e cosa l’ha spinta a trasferirsi a Monaco?
Bene: qui ho finalmente trovato il mio equilibrio. Ho deciso di trasferirmi a Monaco per mettermi in gioco e crescere sia sotto il profilo professionale, confrontandomi con il miglior campionato al mondo, sia sotto il profilo umano: ero curiosa di conoscere un’altra cultura ed imparare una nuova lingua.
In tutta la stagione non siete mai state prime da sole, si aspettava il titolo?
No, ma desideravo tanto vincere anche qui. Due partite in particolare mi hanno trasmesso la convinzione che potevamo farcela: quando abbiamo vinto in casa del Francoforte e quando abbiamo battuto il Potsdam. In quelle due occasioni abbiamo superato due grandi ostacoli restando al secondo posto e guadagnandoci la possibilità di giocarci il titolo all’ultima giornata, quando effettivamente abbiamo scavalcato il Wolfsburg.
Cosa ha provato al fischio finale?
Finita la nostra partita il Wolfsburg stava ancora giocando: stavano 1-1 col Francoforte e con un gol ci avrebbero scavalcato. Sono stati cinque minuti lunghissimi. Io però ero comunque contenta perché noi, vincendo, sapevamo di essere arrivate almeno seconde e quindi in Champions League, che era il nostro obiettivo. Mentre aspettavamo notizie dalla gara del Wolfsburg stavamo salutando il pubblico, poi, improvvisamente, è arrivata l’ufficialità: eravamo campionesse. Non sapevo cosa fare: ero incredula ma felice, tanto felice: piangevo e ridevo nello stesso momento. È stato meraviglioso.
In che rapporti è con la squadra maschile? C’è un giocatore che le piace particolarmente?
Sia noi che loro siamo pieni di impegni, quindi non ci incontriamo spesso. Quelle poche volte che ci incrociamo magari ci confrontiamo, ma non passiamo molto tempo insieme. Del Bayern Monaco maschile mi ha impressionato Thiago: ma sono davvero tutti fortissimi.
Avete incassato appena 7 gol in tutta la stagione: quanto del merito del titolo è suo e del repartodifensivo?
Il merito è di tutta la squadra. Per come interpreto io il calcio si attacca in undici ed i primi nostri difensori sono proprio gli attaccanti. Fra i reparti, da noi quello difensivo è quello con più esperienza: noi difensori abbiamo tutte dai 26 ai 30 anni, quindi siamo forse quelle con maggior responsabilità. Credo comunque di poter dire che questo è il reparto che ha mostrato maggiore solidità, sicurezza e stabilità. Avendo giocato 19 partite su 21 penso proprio di aver dato il mio contributo.
Quali sono gli obiettivi per l’anno prossimo?
Sia per quel che riguarda me che per quello che riguarda il club gli obiettivi sono gli stessi: vogliamo riconfermarci ad alti livelli e fare bene in Champions League.
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