Trombette e tammorre riposte a dovere nell’armadio, sarà per un’altra volta. Domenica sera, una delle stagioni più altalenanti della storia del Napoli si è chiusa come proprio non doveva: sconfitta in casa con la Lazio e addio al terzo posto. I sostenitori partenopei sono tornati a casa col morale sotto i tacchi: erano tutti convinti che nell’ora della prova i loro beniamini non avrebbero tradito le aspettative. Ma non è stato così. E chi ha analizzato e seguito l’annata non da tifoso non sarà stato così sorpreso al triplice fischio del signor Rocchi di Firenze. Analizzando, infatti, la stagione non è difficile notare come, dal San Mames ad agosto al doppio confronto con il Dnipro, senza dimenticare la gara con la Juventus della penultima giornata, gli azzurri abbiano sempre fallito nei momenti decisivi. Colpa di un organico non rinforzato a dovere dal presidente De Laurentiis, soprattutto dalla metà campo in giù, di un allenatore fin troppo integralista, incapace talvolta di comunicare con lo spogliatoio ed imporsi in sede di mercato, e colpa di un direttore sportivo che in diverse circostanze si è soltanto limitato ad avallare con un cenno del capo le operazioni tutt’altro che faraoniche del presidente.
Doveroso sottolineare l’ignobile modo di gestire i rapporti con la stampa da parte del Napoli. Negli ultimi tre mesi la società ha ben pensato di nascondere la polvere sotto al tappeto, pur di non presentarsi davanti ai microfoni, metterci la faccia e parlare chiaro al cuore dei tifosi, che avrebbero meritato almeno un po’ di chiarezza. Polemiche a destra e a manca con l’inviato, o l’opinionista di turno, che non hanno portato assolutamente a nulla. Ansie e timori di essere al centro di complotti e congiure varie, totalmente ingiustificati. Per di più, risulta difficile comprendere la scelta di convocare una conferenza stampa per annunciare la partenza dell’allenatore, due giorni prima dello scontro più importante del campionato. Sarebbe stato probabilmente più oculato, a quel punto, affidare la squadra nelle mani di Fabio Pecchia.
LE VALUTAZIONI DELLA STAGIONE
IL MIGLIORE: GONZALO HIGUAIN – Checché se ne dica, l’argentino è stato il vero trascinatore del Napoli in questa stagione. Ventinove gol, classe e carattere da vendere. Non altrettanta freddezza, soprattutto dagli undici metri, ma – si sa – i rigori li sbaglia soltanto chi li tira. Qualsiasi attaccante al suo posto non avrebbe voluto far altro che scaraventare in rete quel pallone, ma era anche facile prevedere che un uomo d’impeto come l’argentino avrebbe corso qualche rischio in più: dalla panchina, con più oculatezza, avrebbero potuto evitare questa situazione. Gonzalo resta uno dei migliori bomber d’Europa.
IL PEGGIORE: MIGUEL ANGEL BRITOS – Per distacco, non c’è dubbio. Un pegno che il Napoli si porta dietro dalla gestione Mazzarri, arrivato a cifre incredibili, senza aver dimostrato mai in carriera di valerle. Difensore mediocre, da parte destra della classifica, non abituato a palcoscenici importanti e alla pressione che si può sentire in una piazza come quella partenopea. La maglia azzurra pesa più delle altre, e l’uruguaiano non ha dimostrato di avere spalle abbastanza larghe per poterla indossare senza affanni.
LA DELUSIONE: RAFAEL CABRAL BARBOSA – Quante vedove di Pepe Reina ci sono a Napoli? Infinite, pronte però a riabbracciare lo spagnolo fra qualche giorno. Un portiere capace di portare alla squadra non meno di 10 punti in campionato e tanta solidità nel reparto arretrato. Esattamente il contrario di quanto avvenuto in questa stagione con il giovane Rafael, non ancora pronto per il salotto buono del nostro calcio, e totalmente insicuro fra i pali del San Paolo. Fa tenerezza pensare a quel giovane brasiliano che sperava fosse questa la stagione del grande salto. Non è stato così, e Andujar, vecchio volpone, ha approfittato delle tante ingenuità commesse dal giovane, scavalcandolo nelle gerarchie di mister Benitez.
LA SORPRESA: MANOLO GABBIADINI – Tutti in piedi per Manolo. Un’operazione, l’unica degna di nota, da applausi. Gol a raffica nei cinque mesi napoletani, fase d’ambientamento saltata a piè pari. Stoffa da campione, carattere da veterano, numeri da centravanti navigato. E’ il futuro di questa squadra e della nazionale italiana, e in un modulo a lui più congeniale potrebbe contribuire ancora di più alla causa partenopea.
Daniele Vitiello (@DanViti) – Calciomercatonews.com
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