Doveva essere la stagione della svolta per il Milan. Con la grinta del debuttante Inzaghi in panchina, i rossoneri ambivano a tornare in Europa dopo un anno di purgatorio ma, dopo un inizio tutto sommato convincente, qualcosa si è inceppato ed il Diavolo ha iniziato a balbettare. Tanti sono stati gli ostacoli che di giornata in giornata hanno accompagnato il Milan, a cominciare dai numerosi infortuni che hanno messo ko elementi fondamentali della rosa meneghina: El Shaarawy e De Sciglio su tutti. Poi, le polemiche societarie interne ed i diversi errori d’inesperienza commessi da Inzaghi, hanno condotto ad una seconda parte di campionato semplicemente pessima. Da gennaio sono infatti arrivate sconfitte evitabili (Atalanta, Sassuolo) e pesanti batoste incassate negli scontri diretti (Juventus, Napoli, Lazio).
Se inizialmente il Milan aspettava gli avversari per poi colpire in contropiede sfruttando la rapidità di Menez, ben presto il Diavolo si è ritrovato senza una tattica: in molte gare si è avuta la sensazione che i rossoneri si affidassero solo ed esclusivamente all’estro del francese che, non essendo Maradona, è rimasto più volte schiacciato dal pesante fardello.
LE VALUTAZIONI DELLA STAGIONE
IL MIGLIORE: DIEGO LOPEZ – ‘San Diego pensaci tu‘: per tante, troppe, partite la formula magica utilizzata dai tifosi rossoneri è stata proprio questa. Con un centrocampo incapace di far filtro ed una difesa a dir poco allegra, il portiere spagnolo si è trovato innumerevoli volte nelle vesti del salvatore della patria. Diego Lopez, arrivato in estate dal Real Madrid da campione d’Europa in carica, si presenta subito al pubblico di San Siro parando un calcio di rigore a Candreva contro la Lazio. Nel prosieguo del campionato l’ex Merengues commette alcune papere (Parma, Empoli, Sassuolo) ma la bilancia pende nettamente in favore dei suoi miracoli (Inter, Roma, Napoli). Attenzione però: se il migliore è il portiere non è mai un buon segnale. Ed infatti…
IL PEGGIORE: DE SCIGLIO – Stagione assolutamente da dimenticare per il gioiellino prodotto dal settore giovanile rossonero: dove sono finite le accelerazioni e le chiusure da veterano? Tra infortuni e pesanti errori, De Sciglio finisce suo malgrado nella lista dei cattivi. In particolare, due sono gli episodi da censurare: l’ingenua espulsione rimediata nella sfida dell’Olimpico contro il Torino a causa di un’evitabile doppia ammonizione e il cartellino rosso incassato dopo pochissimi secondi nella trasferta di Napoli. Un record, quest’ultimo, che non sarà motivo d’orgoglio.
LA DELUSIONE: CERCI – In moltissimi hanno deluso le aspettative ma tra tutti abbiamo deciso di ripiegare su Alessio Cerci. L’ex Torino, tornato in Italia a gennaio a fronte di uno scambio di prestiti che ha visto Torres andare all’Atletìco Madrid, doveva essere l’arma in più per il 4-3-3 di Inzaghi. Con Honda impegnato in Coppa d’Asia, Cerci avrebbe dovuto offrire quella qualità e imprevedibilità mancanti alla squadra meneghina. Eppure le cose, per il nuovo acquisto, si mettono subito male. Tanti spezzoni di gare, diverse sostituzioni e presunte liti con allenatore e compagni. In mezzo un rendimento che non decolla. Cerci trova la via del gol in un’unica occasione: Palermo-Milan 1-2. Insomma, da rinforzo di lusso a semplice rincalzo.
LA SOPRESA: MENEZ – Le statistiche parlano per lui: 16 reti complessive, di cui 8 arrivate dal dischetto. Non male per uno che si candidava ad essere uno dei tanti parametri zero in caduta libera pescati da Galliani in questi ultimi anni di calciomercato rossonero. Il francese ha invece stupito tutti dalla prima giornata offrendo giocate di grande classe e mostrando una capacità realizzativa di tutto rispetto tanto da diventare il capocannoniere stagionale del Milan. Certo, ci sono anche alcune note negative da sottolineare. Con l’ex Roma in campo la squadra sembra troppo Menez-dipendente nel senso negativo del termine: se il giocatore non si inventa qualcosa, la manovra corale latita e diventa irritante.
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