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Milan, da Pirlo ad Allegri: così il Diavolo ha reso la Juventus una potenza europea

Andrea Pirlo, Alessandro Matri, Marco Storari, Carlitos Tevez e Paul Pogba. Senza dimenticarci di Massimiliano Allegri. Questi sono soltanto alcuni dei nomi di quei protagonisti che fin qui hanno contribuito a trasformare la Juventus da corazzata italiana a possibile potenza internazionale. Qual è però la particolarità che unisce giocatori e allenatore appena citati? Che il loro minimo comune denominatore si chiama Milan. C’è chi ha passato diverse stagioni all’ombra della Madunina salvo poi venir misteriosamente regalato alla Juventus (Pirlo) e chi si è allenato a Milanello senza lasciare particolari tracce (Storari).  Ma troviamo anche chi è stato acquistato dal Milan a peso d’oro  per poi esser ceduto in prestito alla Fiorentina dopo neanche quattro mesi (Matri) e chi avrebbe potuto essere il colpo a sorpresa ma che è poi approdato altrove (Pogba e Tevez). Infine abbiamo la silenziosa ma determinante figura di Allegri, utilizzato dalla società meneghina a mò di capro espiatorio per giustificare un declino che, purtroppo per i rossoneri, continua tutt’ora, anche quando lo stesso Max si appresta a realizzate uno storico Triplete alla guida della Juventus. Vuoi vedere che qualcuno dalle parti di via Aldo Rossi ha sbagliato più di una valutazione? No, non sono soltanto dettagli o casi sporadici perché una folta schiera di soggetti scaricati da Berlusconi e soci stanno facendo storia alla Juventus. Mentre il Milan affonda.

JUVE, TI REGALO PIRLO – Il primo boccone andato di traverso ai tifosi rossoneri è stato causato dalla banalità con cui il Milan decise di scaricare Pirlo, playmaker di valore assoluto che, dopo dieci stagioni passate a riempire la bacheca dell’allora via Turati, nell’estate 2011 passò a parametro zero alla Juventus. Un regalo nel senso più assoluto. Regalo prontamente utilizzato da Conte che, grazie al piede vellutato di Pirlo e alla sua intelligenza tattica, riuscì a porre le fondamenta per creare quel ciclo juventino che dura ancora oggi. E Pirlo è sempre lì in mezzo al campo a dettare i passaggi più complicati ai suoi compagni con la facilità degna di un fuoriclasse. A margine possiamo inserire anche la cessione di Storari che, dopo una girandola di prestiti, finì alla Juventus nel 2010 per poco meno di 5 milioni di euro: con la sua esperienza, l’ex portiere rossonero è riuscito a diventare in breve tempo un punto di riferimento nello spogliatoio juventino.

TEVEZ E POGBA? NO GRAZIE – Gli incubi per il Milan non finiscono certo qui. I rossoneri hanno infatti commesso altri gravi errori di valutazione. Già, perché Carlitos Tevez poteva essere l’arma in più per Massimiliano Allegri nell’inverno 2012: Pato era praticamente certo del trasferimento al Psg e con il ricavato della sua cessione (quasi 30 milioni di euro) sarebbe partito l’assalto all’Apache. L’argentino era pronto a sbarcare nella Milano rossonera ma alla fine il Papero non si mosse e tutto rimase in stand-by. Galliani si fece addirittura fotografare in un ristorante in compagna di Tevez ma qualche settimana più tardi ecco la doccia fredda che gelò l’entusiasmo dei rossoneri: l’Apache non si muove da Manchester. Nell’estate 2013 la Juventus fu poi abile a chiudere con il City per Tevez. Piccolo particolare: l’argentino ha già segnato tre gol a quella che sarebbe potuta essere la sua squadra italiana. Capitolo Pogba: anche il francese, prima del trasferimento bianconero, fu vicinissimo al Milan ma i rossoneri rifiutarono le condizioni proposte dal suo agente, Mino Raiola. Morale della favola: anche Pogba finisce, come Tevez, alla Juventus. E il Milan? Si accontentò di Niang.

L’INVESTIMENTO MATRI –  Nell’estate 2013 il Milan si butta sul fresco campione d’Italia Matri. Alla Juventus vanno 12 milioni di euro (bonus compresi) pagabili in quattro stagioni. Il problema è che l’attaccante, nel nuovo ambiente, non riesce a mostrare le sue qualità: per lui, soltanto un gol nella trasferta di Parma in 15 presenze. A gennaio dello stesso anno, infatti, i rossoneri cederanno Matri in prestito gratuito alla Fiorentina. Successivamente il giocatore torna a Milano ma per lui non sembra esserci posto: quindi ecco una nuova avventura, questa volta sponda Genoa. In Liguria Matri torna a segnare (7 gol) e inizia a far rimpiangere il Milan. Ma è a gennaio che per il Diavolo si materializza la beffa: la Juventus bussa alle porte del Genoa con Preziosi che lascia partire il proprio bomber. Matri, (il cui stipendio, in parte è ancora pagato dal Milan), si trasferisce nuovamente a Torino e qui il giocatore aiuta i bianconeri a vincere la decima Tim Cup della loro storia. L’attaccante segna in semifinale contro la Fiorentina ma soprattutto realizza il gol che consente alla Vecchia Signora di battere la Lazio in finale. E il Milan? I rossoneri sono rimasti per tutto il campionato senza una punta di ruolo titolare. Scartato Matri, bocciato Torres e accantonato Pazzini, Galliani ha tentato, senza successo, il colpo Destro. Ma non era meglio tenersi stretto Alessandro Matri?

ALLEGRI: DA PROBLEMA A TRASCINATORE – All’indomani della sconfitta contro il Sassuolo, nel gennaio 2014 il Milan silura Massimiliano Allegri per ripiegare su Clarence Seedorf. La mossa non porta esiti sperati e al termine di quella stagione anche l’ex centrocampista rossonero viene esonerato in favore di Filippo Inzaghi: oggi la situazione rischia di ripetersi. La domanda sorge spontanea: se il Milan non riusciva a mettere in mostra un calcio convincente, era davvero colpa del povero Allegri? Il tecnico avrà avuto le sue colpe ma si fa fatica ad attribuirgli più del 50% di demeriti visto e considerando che lo stesso allenatore, chiamato quest’estate dalla Juventus, è riuscito subito nell’impresa di vincere Scudetto e Coppa Italia oltre che portare i bianconeri in finale di Champions League.

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