Dopo mesi di critica, il Milan si ritrova improvvisamente in piena corsa per l’Europa League grazie alle due vittorie consecutive ottenute contro il Cagliari e il Palermo. Il tecnico dei rossoneri Filippo Inzaghi, ospite di SkySport in occasione della presentazione del libro del giornalista Massimo Marianella, si è raccontato a 360 gradi: “Lo stadio a cui sono più legato oltre a San Siro? Facile, quello di Atene (dove ha vinto la Champions League, ndr). Il mio stadio magico però è di San Siro, dove mi sono tolto grandi soddisfazioni. Ricordo anche quello di Yokohama dove ho segnato altri due gol e ho vinto il mondiale per club. San Siro da allenatore? Emozione diversa, ma la gara d’esordio con la Lazio è stata una bella sfida e una bella emozione”.
Poi Inzaghi ha spiegato quali sono le sue emozioni da tecnico: “Allenare il Milan è gratificante. Spero di regalare ai tifosi qualcosa di bello da qui alla fine della stagione. Stiamo lavorando per tornare in Europa. L’appoggio dei tifosi? Ci sono sempre stati vicini anche se è difficile pensare ad un Milan che non lotta per lo scudetto. Con questa proprietà però sono convinto che presto torneremo dove ci compete. Le due vittorie consecutive? Non possiamo accontentarci. Al primo passo falso tutti sono pronti a criticare. Sono felice dei due risultati consecutivi e lo sono soprattutto per i ragazzi”.
Inzaghi si è poi concentrato sulla prossima partita di campionato: “Domenica con la Samp sarà un banco di prova importante. Dobbiamo mettere in campo la voglia di comandare il gioco, perché siamo il Milan. La grande stagione di Menez? Non mi prendo meriti. E’ stato bravo Jeremy a mettersi a disposizione. Ha fatto bene sia da centravanti che da esterno. Bisogna dire bravo alla dirigenza che lo ha preso dopo una stagione difficile. Adesso sta a lui non fermarsi, deve essere decisivo, per vincere la classifica dei cannonieri. Per il bene suo e del Milan”.
Poi un’analisi su se stesso: “La mia avventura nel mondo del calcio? Cercherò di fare l’allenatore il più a lungo possibile. Questa è la strada che ho intrapreso e che voglio continuare a seguire. I giovani allenatori? Non è facile ricoprire questo ruolo. E’ dura ma gratificante. Con la passione e la voglia di fare i risultati alla fine ti danno ragione”.
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