Terminato il Consiglio Federale svoltosi a Roma. Sul tavolo le riforme già discusse in precedenza tra Tavecchio, Parma e AIC, quando il capitano dei ducali Lucarelli aveva tuonato ‘O si fanno le riforme o il Parma si ferma‘.
Due le norme approvate nel pomeriggio, regole che dovrebbero impedire si ripeta quanto accaduto al Parma. In primo luogo il Consiglio Federale ha posto come vincolo indispensabile l’onorabilità delle persone che compongono il sistema e la loro solvibilità finanziaria. Infatti dal primo luglio prossimo per acquistare una quota di una società di calcio superiore al 10% bisognerà dimostrare di avere i requisiti sopra indicati. Pesanti le sanzioni: ‘reati puniti con pena edittale massima superiore ai 5 anni – si legge sul sito della Figc – per i reati di cui alle legge 401/1989 ed alla legge 376/2000, per i reati di truffa ed appropriazione indebita e opportuna verifica antimafia previo accordo di collaborazione tra Federazione e Ministero dell’Interno’.
Indispensabile anche il ‘riconoscimento di almeno un istituto di credito di primaria importanza nazionale e/o estera che ne attesti la solvibilità rispetto agli impegni assunti e la liceità della provenienza delle risorse finanziarie’.
Il secondo provvedimento punta invece a costituire un piano triennale per riequilibrare il sistema: si tratta cioè di introdurre un Fair Play Finanziario adottando un indicatore di liquidità, ovvero la ‘capacità dei Club di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro 12 mesi’. Un provvedimento che tende quindi a garantire che un club abbia la capacità economica di finire la stagione, cosa non così scontata a vedere quando accaduto al Parma.
Giorgio Rea- Calciomercatonews.com