Dal ritiro della Nazionale parla Marco Verratti: “Non mi dà fastidio essere sotto esame. Ogni partita è un esame di maturità, non puoi permetterti di sbagliare partita. Sarà un esame per tutta la squadra. Non mi sento sotto pressione, per un giocatore rappresentare la Nazionale è il massimo ed io darò tutto. Prendere in mano questa squadra è un parolone, non sono né Messi né Maradona. Bisogna parlare di squadra, sono contento se mi sarà data una possibilità e darò il meglio. Sentire la fiducia di un allenatore per un giovane è la cosa più importante. Il mio è un ruolo delicato, difficilmente Pirlo è sostituibile. Sto cercando di capire sempre meglio cosa vuole Conte da me, cercherò di seguirlo. Sicuramente quando vengo chiamato qui mi sento un giocatore importante, esserci dà già molta fiducia. Se un giorno dovrò prendere il posto di Pirlo sarà bello per me, ma devo dimostrare coi fatti di poterlo sostituire. Adesso stiamo pensando solo alla Bulgaria, una partita di qualificazione e molto importante. Non è mai facile giocare là, dobbiamo andare con la consapevolezza che siamo una grande squadra. Pensiamo a noi stessi, siamo l’Italia e cerchiamo di giocare al meglio e portare a casa un bel risultato.
Mai giocato in Serie A? Se mi pesasse significherebbe che mi troverei male a Parigi. Per adesso sicuramente l’Italia non mi manca. Quando sei in un’altra squadra con un altro allenatore, il gioco è diverso. Conte vuole molta intensità, velocità per cercare di creare superiorità numerica. Ogni giorno che passo qui capisco molte più cose. Dal punto di vista tattico Conte è il migliore che abbia mai avuto, sono contento di lavorare con lui. A centrocampo ho ricoperto tante posizioni in questi tre anni, mi trovo bene ovunque. Ogni allenatore ha il suo modo di vedere il calcio… Cercherò di dimostrare che posso giocare anche davanti alla difesa.
L’interesse delle italiane? Quando grandi squadre ti cercano è motivo di orgoglio, vuol dire che questa è la strada giusta. Nel calcio non si può mai pensare al futuro, devo fare il meglio ogni partita. Pensiamo al presente, e per me è Parigi. Sto bene lì e sono felice della fiducia che ho. Al futuro non ci penso. Per fare una grande carriera non bastano due/tre anni, il grande calciatore si giudica alla fine. Devo migliorare molto, ma sono contento per quanto fatto finora.
Il PSG? Giocare con grandi calciatori in partite importanti ti fa migliorare, soprattutto mentalmente. Sono tre anni che gioco in Champions grazie al PSG, così cresci molto più in fretta. Cosa non devo mai fare? Perdere un pallone davanti alla difesa.
Pirlo? E’ giusto che quando arrivo qua non sono il migliore. Ci sono calciatori che hanno vinto tutti qui, e continuano a dimostrare di essere i migliori. Normale essere la seconda scelta di Pirlo, ma se sono sempre stato qui è perché Conte ha fiducia in me. Mi devo guadagnare il posto, un giovane deve fare molto di più. Io insieme a Pirlo? Sono scelte che fa il mister. Noi dobbiamo accettare tutto.
Troppi stranieri? Non è così solo in Italia. Non è questo il problema, il calcio è internazionale e chi merita gioca. Io simbolo del ricambio generazionale? Sarebbe una bella cosa, vuol dire che sto facendo bene. Se un giovane sbaglia due partite difficilmente ha una terza chance, questa è l’unica differenza rispetto agli paesi. Sicuramente il calcio italiano anche all’estero è seguito molto, soprattutto nel nostro spogliatoio. Chi passa dall’Italia resta innamorato… Alla tv guardo sempre il campionato italiano.
La Juventus in Champions? Ha fatto una grande squadra, sicuramente può essere una delle squadre che può arrivare fino in fondo. E’ una delle favorite. Noi contro il Chelsea abbiamo preso molta fiducia, vuol dire che siamo una grande squadra. Era difficile diventarlo subito con tanti nuovi calciatori, il passato ci ha fatto crescere. La Juventus in finale? Sarei contento, o vinco io o vincono tanti miei compagni”.
Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com