Non è stata una manita, non un pokerissimo, non un all in, ma semplicemente un cinque su cinque, rigorosamente ed orgogliosamente tutto italiano. Non si può non essere fieri dell’impresa delle cinque italiane, capaci, nonostante strade diverse ma ugualmente tortuose, di andare avanti compatte nella corsa verso la conquista della tanto anelata, quanto bistrattata, Europa League.
La sicurezza del Napoli, l’orgoglio del Toro, le motivazioni della Roma, l’ostinazione dell’Inter, la temerità della Fiorentina. Caratteristiche tutte diverse che però hanno portato ad un unico risultato: la vittoria. Che sia questa la ricetta giusta per far svoltare il pallone dello Stivale? Non possiamo non augurarci che, dalla serata del 26 febbraio 2015, entrata di diritto nella storia del calcio italiano, si possa imparare una bella lezione: con questo spirito, questa voglia, ed una cattiveria agonistica fuori dal comune, nessuna impresa sportiva è impossibile. Ed a poco sono valsi il frastuono di quasi 50.000 baschi indemoniati, la straordinaria serata di un portiere scozzese in stato di grazia, l’ignoranza di una frangia di olandesi alla ricerca di visibilità, la voglia di rivalsa tipicamente turca, o la straordinaria forza economica di chi si può permettere acquisti da 40 milioni di euro. Questa volta, e ci auguriamo di qui in avanti di poterlo raccontare ancora tante volte, ha trionfato l’Italia intera e compatta, nelle sue sfaccettature e differenze, da Sud a Nord. E tutto ciò non può che renderci orgogliosi.
Adesso però arriva il bello. Ci si tuffa una fase in cui non sono ammessi errori. Fermarsi adesso vorrebbe dire aver sprecato quanto di buono fatto neanche 24 ore fa, ed anche cestinare le righe evocative appena superate. Serviranno le caratteristiche messe in campo ieri, sicurezza, orgoglio, motivazioni, ostinazione e temerità, tutte guarnite però da una buona dose di fortuna, quanto mai essenziale nei momenti topici.
Il tempo dei festeggiamenti è però adesso praticamente terminato: godiamo ancora qualche ora di questi successi e dopo fermiamoci ed attendiamo che il destino si compia per le italiane, fermi nella convinzione di aver messo tutto ciò che serviva per arrivare sin qui.
Un noto brocardo latino diceva che la “fortuna è solita aiutare gli audaci”. A questo punto, coscienti del fatto che l’Italia del calcio l’audacia l’abbia messa in campo eccome, il resto passerà al fato, sperando possa essere benevolo nei sorteggi. E se così non sarà, come spesso siamo stati abituati nella nostra storia, poco male: saremo chiamati a dimostrare, ancora di più, la nostra forza e la nostra voglia, rigorosamente tutta italiana.
Tutto ciò, per allacciarci a quanto detto ieri, per provare a conquistare il “trono degli inferi”, che probabilmente non sarà neanche tanto male…
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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