Incredibile ma vero: Mino Raiola, forse il procuratore più famoso ed influente al mondo, al pari di Jorge Mendes, ha deciso di scendere in campo in prima persona per la corsa alla presidenza della FIFA, la federazionec calcistica internazionale. Una decisione, quella dell’italo-olandese, che non pare campata in aria, ma ben studiata: oltre all’apparente provocazione nel voler sfidare Sepp Blatter, dalle parole di Raiola filtra molto di più. A Sky Sport, l’agente tra gli altri di Mario Balotelli, Zlatan Ibrahimovic e Paul Pogba, ha così spiegato le sue ragioni: “Confermo di voler sfidare Blatter per la presidenza della FIFA e se posso mi candiderò. Non sarà facile sfidare un sistema chiuso come quello della FIFA, che molto assomiglia alla Massoneria, ma ci proverò. Mi stupisco che nessuno al di fuori di questa istituzione si candidi contro Blatter per cambiare un sistema che non funziona e non può continuare così. Credo che le Federazioni che votano Blatter dovrebbero vergognarsi“.
Poi Raiola è sceso nel dettaglio parlando di cambiamenti, problemi e tecnologie: “Mi piacerebbe una FIFA trasparente, con un presidente non più esecutivo, ma maggiormente similare al presidente di un consiglio d’amministrazione, affiancato da altri 3 o 4 professionisti. Voglio che le decisioni arrivino collegialmente e non dipendano solo da una persona come ora. Voglio anche portare la FIFA in un Paese più trasparente, anche a livello fiscale, rispetto alla Svizzera. Per prima cosa toglierò il posto di presidente esecutivo sostituendolo con un altra figura per portarla nel mondo moderno e nella democrazia. La Fifa al momento è una macchina da soldi senza uno scopo preciso, mentre dovrebbe promuovere il calcio nel mondo e portare innovazioni nel nostro sport. Per me è una vergogna la gestione dei Mondiali attuale: i Paesi ospitanti si accollano tutte le spese e ottengono pochi benefici, mentre la Fifa porta i soldi in Svizzera dove non paga le tasse. Nel 2015 questo è un sistema antico e superato. La tecnologia nel calcio? Ogni federazione dovrebbe avere il diritto di organizzarsi come vuole e adottare la tecnologia che reputa necessaria. La Fifa non deve decidere per tutti, anche se può e deve dare il suo giudizio, ma in maniera trasparente e con una votazione democratica”.
M.P. – www.calciomercatonews.com
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