FIORENTINA GOMEZ – Quando nel luglio 2013 fu presentato allo Stadio Artemio Franchi, c’erano 25 mila tifosi in delirio sugli spalti per salutare il grande colpo della Fiorentina. Stiamo parlando di Mario Gomez, il giocatore che, in tandem con Pepito Rossi, avrebbe dovuto far sognare la squadra toscana. Nemmeno El Torero si aspettava un’accoglienza del genere, condita da un entusiasmo alle stelle e da innumerevoli elogi apparsi sulla stampa locale e non. Andrea Della Valle, patron dei gigliati, dichiarò sicuro: ‘Quando vi dicevo che il meglio doveva ancora venire intendevo questo, Mario è rimasto affascinato da tutto questo spettacolo, dal gioco della nostra squadra, il nostro progetto è chiaro. Hanno anche provato a portarcelo via ma non ci sono riusciti, Mario ha scelto Firenze ed ha voluto essere qui insieme a noi. Oggi abbiamo la conferma che ripartiamo con grande entusiasmo e grandi obiettivi‘. Insomma, la Fiorentina con l’arrivo di Gomez, a quel tempo fresco campione d’Europa con il Bayern, si candidava a rivestire il ruolo di outsider per la corsa allo scudetto e il tedesco doveva essere l’arma in più nonché il top player di una Serie A sempre più povera di campioni.
DA UOMO SCUDETTO A BIDONE – Il problema è che mezzo all’euforia generale nessuno rifletté sul reale motivo per cui il Bayern Monaco, vincitore di Bundesliga e Champions League, decise di cedere uno dei suoi pezzi pregiati. Che fosse solo un modo per far cassa? I tedeschi non avevano particolari necessità di denaro e i quasi 21 milioni di euro (15,5 di base più un 5,5 di bonus pagabili in quattro anni) provenienti dall’Italia non rappresentavano una risosorsa indispensabile. Che Gomez non riuscisse a trovare spazio nel Bayen? Ipotesi più concreta visto l’affollamento di campioni nello spogliatoio dei bavaresi. Ma pensandoci bene, nonostante la concorrenza, perché i campioni d’Europa avrebbero dovuto privarsi di un attaccante autore di 75 gol in 175 partite? Non poteva bastare la presenza di Mandzukic per decretare la cessione di Gomez. Vuoi vedere che il club tedesco, memore delle caviglie di cristallo del tedesco, preferì puntare sul croato a causa della fragilità di Supermario? Il Bayern, se così ragionò, ci vide giusto e rifilò una sorta di bidone alla Fiorentina. Già, perché la prima stagione in maglia viola per Mario Gomez fu un autentico calvario: appena 15 presenze complessive con la miseria di 4 reti. Ripercorriamo le tappe del giocatore. Dopo un buon avvio con i viola, nel settembre 2013 ecco una lesione al legamento del ginocchio destro che, per via di complicazioni, terrà il giocatore cinque mesi lontano dai campi da gioco. Gomez rientra a febbraio ma un mese dopo si infortuna al ginocchio sinistro. E quest’anno? Il tedesco torna a disposizione della squadra per l’inizio della Serie A ma a settembre si ferma per tre settimane a causa di una lesione ai flessori della coscia destra. Il gol siglato a Cagliari a fine novembre sembrava potesse aver sbloccato l’ex Bayern ma così non è stato visti i macroscopici errori sotto porta che Gomez ha collezionato nelle partite successive. Il resto è storia recente con Montella che ha perso la pazienza fino a dichiarare: ‘E’ arrivato il momento di tirare le somme, mi aspetto di più da lui. Di certo non è il giocatore ammirato in passato, c’è un blocco psicologico anche se i tifosi gli sono sempre stati vicino.Quando ho capito che non riuscivo più a fare quello che invece mi veniva bene da giovane, che non inquadravo più la porta, ho smesso. Ho capito che la mia carriera era giunta al termine anche se avevo ancora un anno di contratto’. Le frasi non sono andate a genio all’agente del giocatore, Ulrich Ferber, che le ha bollate come ‘ingiustificabili‘. La retromarcia del tecnico viola, che ha affermato così facendo di voler scuotere l’attaccante, non è bastata per ridurre le distanze in una spaccatura che ormai sembra evidente. Intanto Mario Gomez si ritrova in una situazione complicata, dopo essere stato vittima di una metamorfosi inversa che lo ha trasformato da uomo scudetto a flop di mercato.
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