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Editoriale – Chi è più forte, Ronaldo o Messi? Barista, oggi offro io…

Birra da una parte, sigaretta dall’altra (solo per i fumatori s’intende), e va da sé che può partire il dibattito che ti tratterrà ore intere sul tavolo di quel bar, che di discorsi, infiniti, inutili, a volte sussurrati ma troppo spesso urlati, ne ha sentiti anche troppi. Storie d’amore, di attualità, di politica ed, ovviamente, di pallone. Soprattutto di pallone. Come riempire sennò quelle anonime sere dove in giro non trovi neanche un’anima viva? Bastano pochi minuti, qualche amico fidato che, casualmente, la penserà sempre diversamente da te, e possono avere inizio le ostilità. Gli argomenti? I classici: Calciopoli, il mondiale 2006, l’Inter del triplete, il tiki taka di Guardiola, il Fantacalcio, la Serie A anni ’90, e soprattutto, ed è lì che ci andiamo a fermare, Messi contro Ronaldo. Chi è il più “forte” tra i due? Non nascondiamoci perché è successo a tutti almeno una volta negli ultimi mesi: puoi essere anche un appassionato di calcio a tutto tondo, esperto di campionati esteri, maniacale su alcuni dettagli apparentemente irrilevanti, puntiglioso su tutte le statistiche ed anche campione del mondo nella specialità “date di nascita dei calciatori del Milan dal 1985 ad oggi”, ma anche a te è capitato di dover rispondere, argomentare e perché no anche litigare, sul duello più interessante dell’ultimo decennio di calcio. Chi è più forte tra Messi e Ronaldo? Che poi, realmente, cosa voglia dire “chi è più forte” non lo sa spiegare nessuno. Stiamo parlando di forza fisica, di tecnica individuale, di cosa di preciso? Vuol dire tutto e vuol dire niente, chi è più forte? L’importante è ormai non farci neanche più caso ed iniziare, ancora una volta, a spiegare le proprie ragioni, difendendo il proprio beniamino.

“Ronaldo, nettamente!”, esordisce uno dei partecipanti a questa insensata tavola rotonda. “E’ fisicamente completo, inarrestabile sottoporta, tecnicamente inappuntabile, negli ultimi anni ha segnato più di ogni altra forma di vita esistente e soprattutto (come se anche ciò riguardasse il calcio) è un figo da paura e sta con quella gnocca di Irina Shayk. Vuoi mettere?”. Davanti queste argomentazioni, condite anche da un po’ di sano gossip, pare oggettivamente difficile controbattere.

Scende un altro sorso di birra e “quattro palloni d’oro ti dicono niente? E tutti i record battuti? E il gol di testa in finale contro il Manchester a Roma? Preferire Ronaldo a Messi è eresia calcistica. E poi Messi ha il 10 dietro le spalle, il numero del calcio… Un motivo ci sarà, no?”, risponderà il “messiano” presente.

La controversia è così imbastita. Dopo alcuni botta e risposta degni di una finale del Roland Garros tra Nadal-Federer, giusto per prendere ad esempio un altro dualismo dei nostri anni, a questo punto la disputa può prendere diverse pieghe: alcune di esse portano inevitabilmente all’elencazione dei trofei individuali e di squadra, altre alla contrapposizione tra Real Madrid e Barcellona, altre ancora agli sponsor, alle pubblicità fatte o ad alcune minuzie che, più che utili al discorso, servono solo ad alimentare un incendio ampiamente divampato. E dopo due ore buone, e altre birre ordinate e finite, ci si ritrova ancora lì a disquisire sull’eterno duello tra i due più influenti atleti della nostra era di calcio.

La realtà dei fatti? Trovare un punto fermo in questa discussione è davvero arduo. Più che preferire uno tra Ronaldo e Messi, la discussione fa confluire, necessariamente, i contendenti in due categorie: quelli che credono che soltanto il lavoro, costante ed indefesso, possa essere il mezzo della realizzazione personale, contro chi spera ancora che i sogni, nonostante difficoltà fisiche o logistiche evidenti, possano divenire realtà come d’incanto. C’è molto più di un gusto personale, è forse un modo di intendere le cose a livello globale a farci propendere per uno o per l’altro.

Che poi, a dire la verità, basterebbe restare fermi ad ammirarli entrambi, senza dover per forza parteggiare per una o per l’altra fazione. Prendere il meglio del dualismo, godere della fortuna di vedere due fenomeni di questa caratura nello stesso identico periodo storico, e fissarne bene i momenti topici per poterli trasmettere tra diversi anni, quando di Ronaldo e Messi non resteranno che i DVD o i video su Youtube. Ma chi lo dice al proprietario del nostro bar di fiducia che ci siamo arresi ad amarli entrambi allo stesso modo non ci sarà più nessuno a dibattere fino a mattino di questi temi? Troppo difficile anche da spiegare. Teniamoci caro il nostro dualismo per adesso. Un giorno lo rimpiangeremo

P.S. Che poi si sa che Messi “è più forte”, c’era bisogno di tutto ‘sto casino?

Mauro Piro – www.calciomercatonews.com

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