MILAN INZAGHI – Il Milan di Inzaghi si trova attualmente terzo in classifica seppur a pari merito con Lazio, Sampdoria e Udinese. La qualificazione in Champions Legue al termine della stagione rappresenterebbe per i rossoneri un importante obbiettivo, il primo tassello verso la definitiva costruzione di un nuovo ciclo. Dopo nove giornate di Serie A, gli uomini di Inzaghi hanno raccolto 16 punti ovvero cinque in più rispetto a quelli conquistati dalla stessa squadra meneghina sotto la gestione di Allegri appena un anno prima. Alla nona giornata il livornese era già fortemente in bilico e, dopo uno scudetto, un secondo e terzo posto, gli appena 11 punti guadagnati all’epoca erano il primo segno di un crollo difficile da evitare se non con l’esonero del tecnico. Già, perché con Allegri il Milan, invece di mostrare segni di miglioramento all’interno di un percorso organizzato in tappe per raggiungere vette elevate, ha fatto un tragitto inverso. I tifosi milanisti hanno assistito imbufaliti ad una profonda involuzione figlia di diversi fattori (per carità, non tutti imputabili direttamente all’allenatore). Quello che è certo è che il Diavolo con Allegri non ha mai avuto una propria identità: l’impronta del mister è stata praticamente nulla. Unica menzione da annoverare all’attuale allenatore della Juventus è stato il conseguimento dell’equilibrio tattico nel primo anno di panchina rossonera. Per il resto, rivolgersi al signor Ibrahimovic. Con l’avvento di Inzaghi non tutti i mali si sono esauriti ma almeno il Milan oggi ha un gioco così come lo aveva con Leonardo e Seedorf.
Fin qui il Milan di Inzaghi ha ottenuto 16 punti figli di quattro vittorie, altrettanti pareggi e una sconfitta (contro la Juventus capolista); 18 i gol segnati (risultato che vale ai rossoneri il miglior attacco del campionato), 12 quelli subiti (4 all’interno di un unico match). Risultato: terza posizione in classifica. Com’era la situazione con Allegri? 11 punti raccolti frutto di tre vittorie, due pareggi e ben quattro sconfitte; 16 reti fatte e 16 subite. Risultato: decima posizione in classifica. Se lasciassimo parlare soltanto i numeri il confronto sarebbe a favore di Inzaghi. In favore di Allegri si può soltanto dire che Superpippo ha usufruito al meglio di due fattori: un calciomercato estivo di un certo livello e il calo di numerose avversarie (dal Napoli alla Fiorentina, dal Verona all’Inter). Al di là dei numeri, adesso il Milan ha uno spirito, nel bene e nel male: quello del suo allenatore.
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