Calciatori&Motori, nessuna gioia, molti dolori. Il binomio giocatori di calcio-auto (quasi sempre di lusso) è una sfortunata costante del susseguirsi delle stagioni, dove, volente o nolente, l’incidente è sempre dietro l’angolo. L’ultimo caso è quello di Keita Baldè Diao, attaccante spagnolo classe 1995 in forza alla Lazio che, alle 4.20 di lunedì mattina, di ritorno dal concerto di Snoop Dogg a Roma, ha perso il controllo della sua potente Lamborghini Gallardo e si è schiantato contro un muro. Bolide in frantumi, nessuna lesione per il giovane laziale.
Ad altri suoi colleghi, in passato, non è andata altrettanto bene. Ricordano tutti il pauroso incidente accaduto a Martin Caceres a Torino nel febbraio 2013, quando El Pelado centrò un’Alfa Mito con la sua Porsche Cayenne, riportando ferite al capo e un enorme spavento o quando, a pochi giorni dall’ottavo di ritorno contro il Chelsea nel febbraio 2010, l’ex portiere dell’Inter Julio Cesar impattò in un tunnel in zona San Siro alla guida di una Lambo. Anche qui, solo graffi e tanta paura. “Grazie a Dio non è successo nulla di grave, quell’auto è come un’arma e avevamo già deciso di venderla” commentò Susana Werner, moglie del portiere brasiliano. E pensare che Julio era solito spostarsi per Milano a bordo di una bicicletta, con la quale spesso raggiungeva lo stadio il giorno della partita.
L’incidente, nelle occasioni meno fortunate, sfocia in tragedia. Diverse vite di calciatori sono state spezzate dalla strada, come Vittorio Mero del Brescia , Jason Mayelè del Chievo Verona (entrambi nel 2002) e, più di recente, Maicon dello Shaktar Donetsk, morto sul colpo nel febbraio 2014 all’età di 25 anni, risultato di un tentato sorpasso tramutatosi in lutto. Lo schianto di un calciatore ha, in due celebri occasioni, provocato la morte di terzi: Hugo Campagnaro in Argentina e Massimo Carrera (all’epoca vice allenatore della Juventus) nei pressi di Bergamo, entrambi nel 2011.
Il mondo del calcio annovera molti altri ‘botti’, sovente per motivi diversi fra loro: poca dimestichezza con il codice della strada, come Mario Balotelli, che distrusse la sua Audi R8 ai tempi di Manchester per ‘colpa’ della guida a destra, o David Beckham, che quest’estate ha perso il controllo della sua possente custom bike dopo aver imboccato la Sunset Stripe di Los Angeles in contromano. Lo Spice Boy si è poi scusato con un timido “Mi è scappata”.
Per M’baye Niang, calciatore rossonero, auto fa rima con menzogna: dopo l’incidente con la sua Ferrari nei pressi di Montpellier (era in prestito dal Milan) del febbraio 2014, causato da un complicato tentativo di offroad del francesino, avrebbe dichiarato di non essere stato al volante al momento dell’incidente, salvo poi confessare. Risultato: condannato a 18 mesi con la condizionale e multa salata poichè, oltre ad omissione di soccorso e falsa testimonianza, Niang non era in possesso di regolare patente di guida. Deja vù per lui, che all’inizio della sua avventura al Milan, ancora minorenne, fu fermato dalla Polizia nel centro di Milano, alla quale disse di aver dimenticato i documenti in Hotel e fornì le generalità di Bakaye Traorè, allora suo compagno di squadra.
Può capitare, tuttavia, che l’auto la vita te la ‘salvi’. Curiosa la vicenda legata al calciomercato ed a Clàudio Taffarel, ex portiere della nazionale brasiliana. Siamo nell’anno 2003 ed il goleiro carioca è in procinto di accasarsi all‘Empoli, essendo appena svincolatosi dal Parma. Al momento di passare il casello autostradale della città ducale, la Bmw di Taffarel si ferma per un guasto al motore. Il verdeoro telefona prontamente al dg empolese Vitale, dicendo di aver cambiato idea e di aver deciso di appendere le scarpette, pardon, i guantoni, al chiodo, essendo quello un chiaro segno del destino. Dichiarerà: “Mi scuso con la società e i tifosi e chiedo perdono a Dio, ma la chiamata dell’ Empoli e il guaio dell’ auto, mentre andavo a firmare il contratto con l’ Empoli, mi hanno fatto riflettere. Ho fatto un esame di coscienza profondo e ho capito di aver chiuso col calcio”. Dovrebbe essere questa il frame, vintage e un po’ romantico, da utilizzare per il connubio auto-pallone e non, ahinoi, istantanee di asfalto cosparso di rottami.
Filippo Ginelli – Calciomercatonews.com
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